Si è spento a 88 anni nel suo buen ritiro di Lisbona Karim Aga Khan, un incrocio quasi irripetibile tra leader spirituale e figura emblematica del jet set internazionale. Nato in una delle famiglie più influenti del mondo, ha trascorso la sua vita tra l’Europa, il Medio Oriente e le Americhe, intrecciando rapporti con le personalità più illustri del suo tempo. Il suo impegno per la religione musulmana, il suo spirito filantropico e il suo spiccato senso dello stile hanno ispirato almeno un paio di generazioni.
Leader religioso e filantropo. Karim al-Husseini nacque nel 1936 a Ginevra, Svizzera. Considerato discendente diretto del Profeta Maometto, divenne Imam all'età di soli 20 anni nel 1957 dopo la morte del nonno, ereditandone appunto l’appellativo di Aga Khan ovvero capo spirituale dei musulmani Ismailiti del ramo Nazarita. Il suo ruolo di leader spirituale andò ben oltre la dimensione religiosa: il quarto Aga Khan si dedicò instancabilmente a migliorare la qualità della vita dei suoi fedeli e delle popolazioni svantaggiate nel mondo attraverso l’Aga Khan Development Network, l’organizzazione filantropica che ne porta il nome.
Padre fondatore della Costa Smeralda, bon vivant. Non solo beneficenza. Il Principe fu anche il primo a intravedere il potenziale della Costa Smeralda, trasformandola da un tratto costiero selvaggio della Sardegna in una delle destinazioni turistiche di lusso più esclusive al mondo e, a partire dagli anni Sessanta, un vero paradiso per il jet set internazionale. Grazie a lui furono costruiti diversi hotel tuttora in auge, oltre al porto turistico di Porto Cervo e allo Yacht Club Costa Smeralda, da cui insieme all’Avvocato Agnelli lanciò l’avventura in Coppa America della barca Azzurra e persino una compagnia aerea. Non solo la passione per il mare e quella per gli affari accomunava il Principe e l’Avvocato: tra business e filantropia, l’Aga Khan seppe trovare tempo anche per la vita dorata del jet set, inventando un proprio equilibrio tra il rispetto della tradizione musulmana-ismailita e l’indole da playboy, alternando le prime pagine sulle riviste alla frequentazione dei potenti della terra.
Auto da sogno. In una vita di tante passioni – tra cui lo sci a livello olimpico e l’equitazione – le auto, comprese quelle dei rally, hanno comunque rivestito un ruolo di primo piano, accomunando il Principe a tante altre personalità influenti (e danarose) che stimolarono negli anni la creatività di case, designer e carrozzieri. Dalle Maserati degli anni 60 e 70 alle Audi Quattro degli ultimi trent’anni, le auto dell’Aga Khan fecero girare la testa a tanti ed ebbero storie appassionanti, spesso raccolte nei briefing delle case d’asta internazionali che si occupano di farle passare di mano di tanto in tanto. Vetture che seppero anche rappresentare la passione del Principe per le cose belle e per pochi, come testimoniano le collaborazioni con le carrozzerie come la torinese Frua. Nelle schede qui sopra trovate alcune delle vetture più interessanti appartenute all'Aga Khan: buona lettura.
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