Si è aperto questa mattina per la prima giornata stampa il quarantunesimo Motor Show di Tokyo, in tono dimesso. L'assenza delle maggiori Case europee, americane e persino coreane si sente anche in termini visivi. Nonostante gli sforzi degli organizzatori di riempire gli spazi vuoti con gli stand dei componentisti e mettendo assieme auto e moto, come nel caso della Honda e della Suzuki, il clima è quello di una rassegna regionale, molto lontano dagli standard di Salone internazionale a cui Tokyo ci aveva sempre abituati.
Nonostante ciò i costruttori giapponesi hanno presentato novità importanti e soprattutto hanno chiarito le loro posizioni relative nella corsa al futuro. La spaccatura è netta tra chi ha già oggi le tecnologie per mettere sul mercato entro un paio d'anni automobili elettriche o ibride plug-in e chi no. Le danze le apre la Nissan presentando la Leaf (nella prima foto), prima vera elettrica ad arrivare sui mercati mondiali - ancora prima delle vetture della consociata Renault - prenotabile dalla primavera in Giappone e negli Usa, dall'estate in Europa e in arrivo fisicamente nelle concessionarie entro la fine del 2010. Subito dietro ci sono Toyota e Honda, entrambe forti dell'esperienza nel settore delle ibride, e ora pronte a estenderla alle elettriche pure, anche se "dato l'attuale stato dell'arte nello sviluppo delle batterie", dicono alla Honda, "appare per ora più saggio puntare a una diffusione di massa della tecnologia ibrida". Il traguardo per l'elettrica pura, sia per Honda sia per Toyota, è tra il 2012 e il 2013.
Chi, invece, è troppo indietro in questo campo, come Mazda e come Daihatsu (questa è sì controllata da Toyota, ma per ora la tecnologia ibrido-elettrica resta riservata alla Casa madre), spingono sui motori tradizionali. Mazda ha scelto il palcoscenico di Tokyo per presentare i motori di nuova generazione denominati Sky. Per adesso sono quasi pronti un due litri a benzina e uno diesel, in grado di garantire un risparmio nei consumi, rispettivamente, del 15 e del 20% a confronto con le equivalenti versioni 2.0 a benzina e 2.2 a gasolio che attualmente equipaggiano i modelli medio-grandi di Mazda. L'unità a benzina raggiunge questo risultato soprattutto grazie all'iniezione diretta, al turbo e alla fasatura variabile, mentre il diesel è accoppiato a una nuova trasmissione automatica a sei marce. Il benzina sarà sul mercato nel 2011, il diesel nel 2012.
Daihatsu ha presentato in anteprima mondiale due motori a benzina piccoli, un tre cilindri di 660 cm3 e un due cilindri della medesima cubatura, che promettono consumi ultraridotti. Il tre cilindri, montato su un'auto come la concept car e:S (nella seconda foto, non si sa ancora quando arriverà la versione di serie), una sorta di iQ lievemente più lunga - tre metri e dieci centimetri - e del peso di soli 700 kg, garantirebbe la percorrenza di trenta km con un litro di benzina, secondo quanto dichiara la Daihatsu. Il due cilindri, poi, sarebbe in grado di regalare consumi del 30% inferiori rispetto a un'auto media con sistema ibrido. Ma non si parla di metterlo sul mercato prima di due-tre anni. Un po' tardi se si pensa che il bicilindrico di Fiat è pronto a debuttare nel 2010.
"L'industria giapponese sta vivendo un momento difficile", ha confidato a "Quattroruote" Garett Carr, vice direttore della comunicazione di Mazda, un americano trasferitosi a Hiroshima, "preoccupati da un mercato domestico che stenta a riprendere quota nonostante gli stimoli pubblici e accerchiati dalla sempre maggiore intraprendenza di competitori asiatici, come i coreani da una parte e i cinesi dall'altra, i giapponesi stanno cercando di trovare, o ritrovare, una loro strada". Questa difficoltà - se si eccettua la determinazione mostrata da Nissan con il suo piano elettrico - a questa edizione del Salone di Tokyo si avverte in pieno.
Da Tokyo, Roberto Lo Vecchio
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