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Motor Valley Fest 2021
Designer in cattedra

Motor Valley Fest 2021
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Sono state diverse, durante il Motor Valley Fest, le occasioni per ascoltare le parole dei “guru” dell’automotive. Una delle più importanti è stata la “lezione” sul design, che si è svolta nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Modena. Tanti i “pezzi” da novanta dello stile mondiale: Chris Bangle (ex Fiat-Alfa Romeo, BMW e ora alla sua CBA), Klaus Busse (responsabile del Design Maserati), Walter de Silva (ex Fiat, Alfa ed ex capo del Centro stile del gruppo VW, fondatore del Wds Concept design), Flavio Manzoni (direttore del Centro Stile Ferrari) e Horacio Pagani (fondatore e proprietario della Pagani Automobili). A moderare l’evento, la collega Maria Leitner.

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Manzoni: l’elettrico Ferrari sarà originale. Si parla di made in Italy e di “made in Italy design”. In un’epoca che vede in atto una grande trasformazione nel mondo dell’auto, a tutti livelli, che coinvolge pure lo stile. Che cosa vuol dire tener dietro a questa rivoluzione per un mondo che sta andando sempre più verso l’elettrico? Esordisce Flavio Manzoni: "È una sfida molto interessante, in cui ci stiamo cimentando: nel 2025, infatti, uscirà la prima Ferrari elettrica, e quindi è una sfida importantissima per il Cavallino. Credo che, quando si presenta una forte innovazione tecnologica, il design debba cogliere l’opportunità di trasformare la fisionomia dell’auto: bisogna lavorare sull’architettura e sui codici estetici, che devono corrispondere a questa transizione. In Ferrari, ciò che disegniamo ha sempre un senso: parte dai presupposti tecnici del progetto per arrivare a dare un’interpretazione formale che sia anche artistica. La sfida l’abbiamo già raccolta con le prime Ferrari ibride, la SF90 Stradale e la nuovissima 296 GTB. Il prossimo passo sarà la futura vettura elettrica, sulla quale non posso dire niente. Credo però che sia fondamentale per un marchio come la Ferrari offrire in questo caso una visione appropriata. Sono tante le auto elettriche in circolazione, ma mostrano un’estetica tradizionalista, e a me questa cosa suona un po’ strana. Poi, se guardiamo alla storia del design, i grandi capolavori sono nati anche a seguito di importanti innovazioni tecnologiche. Faccio un esempio: il passaggio dalle valvole termoioniche ai transistor, nel campo delle radio, ha portato a un picco di creatività e innovazione formale, e questa è una lezione che arriva dal passato". Ancora Manzoni: "Una volta i designer lavoravano come gli artisti, dal foglio bianco, creavano un vestito con molti meno vincoli di oggi; adesso siamo costretti a gestire delle complessità legate alle omologazioni, alla crescita delle performance, e in questo ci soccorre la tecnologia, nel senso dei programmi digitali, per esempio, come quelli di modellazione in 3D, perfetti per certe fasi del processo. Ma ci sono anche approcci completamente nuovi, soprattutto nell’architettura, come il Parametric design, che ci consente di cambiare il modo di concepire le forme".

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Busse: al sound del termico si potrà sostituire la musica. Passando a Klaus Busse, lui spiega come si fa a compenetrare le esigenze di performance, confort e sostenibilità nel design. "La performance è sempre il cuore della Maserati, il design viene dopo. Per quanto riguarda la sostenibilità, questo è un concetto importantissimo per un brand di lusso come il nostro, e in questo l’elettrificazione ci aiuterà. Per la Maserati sarà un grande passo avanti, perché molti nostri clienti amano il sound del motore termico. Capisco bene la questione del rumore, ma quando tre o quattro anni fa abbiamo capito che l’elettrificazione avrebbe inciso sul sound, con l’erede della GranTurismo abbiamo eliminato il rumore, introducendo una colonna sonora a base di musica classica. Così, abbiamo capito che il futuro sarebbe stato ottimistico".

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Bangle: cogli l’attimo. Ma questo sibilo dell’elettrico non toglie fascino alle auto, soprattutto sportive? Risponde Chris Bangle: "Klaus ha ragione quando dice che c’è una divisione tra chi ama il motore tradizionale e coloro ai quali dà fastidio. Molti anni fa, quando vidi la prima auto elettrica Fiat insieme a Cantarella, gli chiesi: ingegnere, questa può essere l’Abarth del futuro? E lui rispose: 'Non esiste, manca il sound'. Ora si può sostituire il rumore, per esempio, con la musica, oppure può diventare un’esperienza solo per chi sta all’interno dell’auto. Se è 'artificial', può esserlo non solo per chi sta fuori, ma pure per chi sta dentro, o solo per loro. Questo, per me, resta un punto interrogativo. Una cosa, però, mi sembra sicura: il ruolo del designer della vettura non è solo quello di chi crea le forme, ma è qualcosa relativo a ciò che sta tra A e B, in un percorso. C’è molto nella vita di un’auto quando ci si trova in posizione A o B, mentre una persona guida, quando il passeggero entra ed esce dalla vettura, che non è solo viaggio. E se il designer si concentra anche su questi aspetti, allora abbiamo la possibilità di cambiare l’aspetto della vettura".

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De Silva: esordiremo con umiltà. Walter de Silva di recente ha disegnato una famiglia di supercar ibride ed elettriche cinesi che verranno prodotte nella Motor Valley da una joint venture tra la società di ingegneria americana Silk EV e il colosso Faw. "Intanto non è solo opera di Walter de Silva, perché io faccio il designer. Ho avuto l’onore di far parte di questo progetto, molto interessante, perché collaboro con tecnici di grande fama, quindi ho raccolto volentieri questa sfida. Mi reputo fortunato, perché mi alzo tutte le mattine e posso progettare. E questa avventura l’ho cercata anche perché si tratta di creare una famiglia di vetture, quindi rientra un po’ nella mia storia di designer di auto che, con l’aiuto di tanti bravi collaboratori, ha sempre dovuto tenere un occhio di riguardo alla gamma e all’identità di brand. Condivido i commenti dei miei colleghi, credo che dare un aspetto estetico alla funzionalità, e una funzione all’estetica, sia importante. E questo lo faccio in tutti i miei progetti, in cui mi pongo sempre un obiettivo primario: l’aerodinamica per una supercar, l’abitabilità e l’accessibilità per una citycar, la leggerezza e il sex appeal per le scarpe. Ho appena finito di disegnare una pasta per la Barilla, e ho pensato prima alla cottura, non al disegno. Ho sempre considerato il fatto di tenere l’asticella molto alta, un fattore positivo per la creatività, e, come diceva Flavio, i grandi cambiamenti sono molto importanti per stimolare nuove sfide e creare nuovi veicoli. Credo molto nella miniaturizzazione dei componenti nel futuro dell’auto, un po’ quello che è capitato agli smartphone. Ben venga ciò che diventa più difficile da interpretare: ho sempre visto le difficoltà come opportunità. Tornando alle nuove supercar, siamo gli ultimi arrivati e dobbiamo entrare con modestia in un mondo di sportive che hanno una storia straordinaria. Vedremo che cosa succederà. Certo, venire a realizzare le auto qui è molto stimolante, con tutti questi grandi marchi…".

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Pagani: l’elettrico? Sarà la sfida più bella. Qual è il giusto mix tra sogno, materiali, sicurezza e che cosa cambia con le nuove tecnologie per un costruttore come lei? Risponde Horacio Pagani: "Anche se le nostre auto sono usate poco, dietro c’è un lavoro enorme di ricerca su tutti i fronti. C’è lo stato dell’arte delle tecnologie. Noi cerchiamo di mixare queste tecnologie, investiamo tantissimo in ricerca e sviluppo, abbiamo un partner storico come la Daimler che ci mette a disposizione tutto ciò che ha. E questo per noi è fondamentale. Per quanto riguarda i cambiamenti che stiamo vivendo, siamo partiti alla fine del 2018 col progetto di un’auto elettrica, ma nessun cliente aveva mai mostrato interesse per una Pagani a zero emissioni. Anzi. Per noi è molto più stimolante affrontare un tema così, senza avere un cliente. È più facile. Presenteremo una supercar nel 2023, in 99 esemplari, e abbiamo già 64 contratti. L’auto elettrica, invece, è uno stimolo molto importante per noi, è ancora più bello affrontare un argomento simile, perché oggi i clienti comprano una supercar per il sound del motore, per il cambio, quindi bisognerà stimolare la creatività per far sì che le auto future diventino emozionali. Nella nostra area creativa, convivono esperti di materiali, designer, ingegneri elettronici, esperti della dinamica, e io cerco di cambiare, in modo che ci sia una “contaminazione” fra tutte queste persone. Perché l’auto dev’essere unica, parlare un linguaggio stilistico unico. Noi lavoriamo con questo metodo, curando al massimo i dettagli. Oggi dobbiamo utilizzare tutte le nuove tecnologie, che non tolgono creatività alla persona, ma fanno sì che il processo diventi più veloce. Tutto sta andando nel verso giusto, realizzare auto elettriche non vuol dire andare fuori strada. Anzi".

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