Lyft anticipa le mosse della rivale Uber, avviando il processo per la quotazione sul Nasdaq di New York. In particolare, la società di ride hailing (trasporto a chiamata) statunitense ha iniziato il roadshow di presentazione dell'offerta con cui punta a raccogliere investimenti per almeno 2,1 miliardi di dollari (1,85 miliardi di euro) da destinare all'espansione dei servizi.
20 miliardi di valutazione. Lyft sta offrendo al mercato 30,77 milioni di azioni a un prezzo indicativo compreso tra i 62 e i 68 dollari. Tale intervallo implica una valutazione 21 e 23 miliardi, non lontana da quella di aziende del settore automobilistico del calibro della Fiat Chrysler Automobiles (fino a ieri, la capitalizzazione del gruppo italo-statunitense sulla Borsa di New York superava di poco i 28 miliardi). La quotazione della società di ride hailing è attentamente monitorata dagli investitori perché anticipa quella - attesissima - di Uber. La quale, secondo indiscrezioni lanciate dal Wall Street Journal prima di Natale, potrebbe cercare di spuntare una valutazione complessiva di oltre 100 miliardi. Lyft dovrebbe debuttare sul Nasdaq alla fine di marzo, mentre per la rivale si parla di aprile: in ogni caso, l'azienda guidata da Dara Khosrowshahi non ha ancora formalizzato alcuna indicazione sui propri propositi.
Tra i soci anche la GM. Lyft, fondata nel 2012 da Logan Green e da John Zimmer (dopo l'Ipo, i due deterranno in tutto il 48,8% del capitale) è attualmente presente in circa 300 città statunitensi e può contare su un business meno diversificato e internazionale di quello di Uber (che, per esempio, opera anche in settori come la consegna di cibo). I risultati finanziari mostrano comunque un andamento analogo: forte crescita, ma con perdite pesanti. Nel 2018 la Lyft ha raddoppiato il proprio fatturato arrivando a 2,16 miliardi di dollari, ma ha anche visto peggiorare le perdite dai 688 milioni del 2017 a 911. Tra l'altro, tra gli azionisti figurano grandi società high-tech e automobilistiche: Alphabet, holding proprietaria del motore di ricerca Google, possiede oltre il 5% e la General Motors il 7,3%.
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