Stellantis ha annunciato un nuovo progetto per la sua fabbrica di Szentgotthard, in Ungheria: il gruppo intende avviare, verso la fine del 2026, l'assemblaggio di moduli di propulsione elettrica (Edm) anche nell'impianto magiaro, oggi attivo nella produzione dei motori termici tre cilindri turbo da 1.2 litri e quattro cilindri da 1.6 litri.
Investimenti e contributi pubblici. Il progetto prevede investimenti totali per 103 milioni di euro e si inserisce all'interno di strategie volte a incrementare la capacità produttiva di motori elettrici destinati a sostenere l'elettrificazione della gamma prodotto dei marchi Stellantis: la fabbrica ungherese, un tempo della Opel, si aggiunge a una rete che comprende gli impianti di Tremery-Metz (Francia), Kokomo (Indiana) e Mirafiori, dove nei prossimi mesi sarà aumentata la produzione delle trasmissioni elettrificate a doppia frizione (eDCT) di nuova generazione per veicoli ibridi e ibridi plug-in. L'iniziativa beneficia di un contributo del governo locale quantificato dal ministro degli Affari Esteri, Péter Szijjártó, in dieci miliardi di fiorini (circa 26 milioni di euro al cambio corrente), e consente di salvaguardare l'attuale forza lavoro, anche tramite la creazione di 110 nuovi posti di lavoro. "Questo investimento dimostra l’importanza crescente dell’Ungheria nel favorire la transizione dell’industria automobilistica verso l’elettrificazione. Adesso, la produzione di propulsori tradizionali sarà affiancata da quella di moduli di propulsione elettrica. Con questo investimento proteggiamo i posti di lavoro e assicuriamo il futuro dello stabilimento di Szentgotthárd", ha aggiunto Szijjártó.
Il progetto. Gli Edm, destinati a veicoli assemblati su una delle piattaforme Stla dedicate alle elettriche, saranno prodotti all'interno delle strutture già esistenti dello stabilimento: le nuove attività, per le quali sono state avviate opportune sessioni di aggiornamento e formazione a favore dei dipendenti, includeranno la lavorazione di componenti chiave, l’assemblaggio finale e il collaudo. Per i nuovi moduli è stata scelta una soluzione tecnologica che riunisce in una singola unità il motore elettrico, il gruppo riduttore e l’inverter.
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