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Industria e Finanza

Cina
Pioggia di fake news sul settore auto: interviene il governo

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Dopo anni di monitoraggio, la Cina passa all’azione contro gli influencer automotive che diffondono fake news e contenuti fuorvianti sui social. L’obiettivo è contrastare pratiche commerciali illegali, pubblicità ingannevoli e diffamazione.

Questi personaggi digitali, seguiti da milioni di follower, influenzano le masse con video brevi e frasi ad effetto, sfruttando tecniche persuasive avanzate. Le informazioni errate traggono in inganno soprattutto i consumatori meno esperti, più vulnerabili alle trappole dei contenuti virali.

Il fronte caldo: Douyin, la TikTok cinese

La battaglia si concentra su Douyin, la versione cinese di TikTok. Qui proliferano influencer che esaltano alcuni marchi screditandone altri, mentre startup minori tra i 129 brand cinesi si attaccano a vicenda.

Un esempio? Un influencer con 5,4 milioni di follower ha pubblicato un video che ridicolizzava i conducenti di una startup di veicoli elettrici, causando danni economici significativi.

Anche i grandi marchi non sono immuni: Li Auto ha diffuso un video che mostrava una collisione tra una sua SUV e un camion Dongfeng Liuzhou Motor, con il veicolo rivale distrutto. La protesta è stata immediata e Li Auto ha dovuto scusarsi.

Fino a 650mila euro per chi segnala

Il giro di vite governativo è affiancato da iniziative dei produttori, tra cui colossi come BYD e SAIC, che collaborano con le autorità. Alcune aziende offrono ricompense fino a 5 milioni di yuan (circa 650mila euro) a chi segnala account che diffondono contenuti diffamatori.

Queste misure arrivano in un momento cruciale: il mercato cinese è nel pieno di una guerra dei prezzi tra case automobilistiche, dove la reputazione è un’arma decisiva.

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