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Industria e Finanza

Decreto salva Italia
Superbollo: si mobilitano i club

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Pur modificata all'ultimo minuto, la sovrattassa sulle auto con potenza superiore a 185 kW continua a scontentare gli appassionati, soprattutto i proprietari di auto datate dal valore residuo ormai modesto, che saranno comunque gravate di un carico fiscale ulteriore.

 

Il BMW Drivers Italia, per esempio, ha raccolto nel giro di poche ore qualche centinaio di firme in calce a un appello, indirizzato al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera, nel quale si sottolinea come l'art. 16 del decreto legge 206/11 penalizzi fortemente "migliaia di cittadini/contribuenti e, in particolare, di giovani, al primo o secondo impiego, di dipendenti e di pensionati che, inseguendo la passione per le auto sportive, hanno impiegato poche migliaia di euro dei loro risparmi per acquistare un oggetto che, a causa del decreto, non potranno più permettersi".

 

Costi sproporzionati. Si tratta, prosegue il documento, di "auto costate, Ipt compresa, al massimo 15.000 euro, ovvero il prezzo di un'utilitaria, che si troveranno a pagare ogni anno 2.200 tra tassa di possesso e sovrattassa, pari al 15% del loro valore di acquisto". Oltre al danno, queste persone, patiranno anche la beffa di faticare a liberarsi della loro auto, "a causa del depauperamento di valore dovuto all'inevitabile blocco del mercato dell'usato": già oggi, infatti, "molti concessionari si rifiutano di ritirare queste vetture o lo fanno abbattendo sensibilmente le quotazioni, al punta da trattarle quasi come veicoli da rottamare".

 

Penalizzate solo le sportive. Ma uno degli aspetti assurdi del provvedimento, sottolineato dal club, è che vere ammiraglie, sia pure con motori a gasolio, dal costo prossimo ai 100.000 euro, come Audi A8, BMW Serie 7, Mercedes Classe S, Porsche Panamera e Cayenne, non saranno soggetto all'addizionale erariale, a differenza delle già citate sportive con molti anni sulle spalle; un risvolto, conclude l'appello che rivela come "il criterio adottato per l'identificazione delle auto di lusso non possa essere basato esclusivamente sulla potenza espressa che non è un indice della reale capacità contributiva del proprietario".

 

Emilio Deleidi

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