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Industria e Finanza

Gruppo Volkswagen
Ufficiale: Ducati nell'orbita Audi [video]

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Con una nota diramata pochi istanti fa, il Gruppo Volkswagen ha ufficializzato l'acquisizione, da parte del marchio Audi, della Ducati, la storica Casa motociclistica di Borgo Panigale (BO). Dopo una lunga trattativa con la Investindustrial Holdings della famiglia Bonomi, proprietaria della Ducati fino a oggi, con una transazione da 860 milioni di euro, il grande Gruppo tedesco arricchisce il proprio patrimonio motoristico di un altro prestigioso marchio, il dodicesimo. La Casa dei quattro anelli, va detto, non è nuova al mondo motociclistico: uno dei quattro marchi dell'Auto Union, la DKW (gli altri erano Audi, Horch e Wanderer), aveva in gamma anche delle motociclette di piccola cilindrata.

Supermercato Italia. Ferdinand Piëch e soci, insomma, continuano a fare la spesa al supermercato Italia: se la Lamborghini è nelle mani dell'Audi da un pezzo (correva l'anno 1998) insieme all'Italdesign Giugiaro (dal 2010) non più tardi di una settimana fa la Porsche - altra Casa nell'orbita VAG - s'era aggiudicata il centro tecnico di Nardò (LE). Il comando della Ducati passerebbe così - il condizionale è d'obbligo - nelle mani del capo del marketing della Volkswagen, l'ex Marchionne boy Luca De Meo, che lascerebbe l'incarico per assumere quello di direttore generale della Casa di Borgo Panigale. La Ducati, che impiega circa 1.100 dipendenti, ha venduto nel 2011 circa 42.000 moto, generando un fatturato di 480 milioni di euro.

Dichiarazioni. Rupert Stadler, il presidente del consiglio di amministrazione dell'Audi, ha dichiarato: "La Ducati è conosciuta nel mondo come un marchio premium tra i costruttori di moto e ha una lunga tradizione nel campo delle moto sportive. Ha una grande esperienza nei motori ad alte prestazioni e nelle tecnologie leggere, ed è una delle case motociclistiche più redditizie del mondo. Tutto questo rende la Ducati perfetta per l'Audi". La transazione - si legge nella nota - sarà completata "nel più breve tempo possibile una volta che sarà autorizzata dalle autorità garanti della concorrenza".

Non è stata sempre italiana. Non è la prima volta che la Ducati passa in mani straniere: a metà degli anni Novanta, precisamente nel 1996, lo statunitense Texas Pacific Group acquisì il 51% delle azioni, per accaparrarsi il restante 49% due anni dopo. La Ducati, ricordiamo, venne fondata nel 1926 dall'ingegner Antonio Cavalieri Ducati, con il nome di Società Scientifica Radio Brevetti Ducati, e operava nel settore delle comunicazioni. Nel 1935 fu realizzato lo stabilimento di Borgo Panigale; la fabbrica venne quindi bombardata e distrutta durante la seconda guerra mondiale, nell'ottobre del 1944.

Dopo la guerra. Nel 1946, con la produzione del Cucciolo, un motore monocilindrico da applicare alle biciclette (nello stesso periodo, dall'altra parte del mondo, faceva lo stesso un certo Soichiro Honda) cominciò l'avventura nel settore dei trasporti. Nel 1948, i fratelli Ducati cedettero la proprietà dell'azienda alle partecipazioni statali. Nel 1954 l'azienda si divise in due, la Ducati Meccanica, per la produzione di motoveicoli, e la Ducati Elettrotecnica, che proseguì nell'attività inizialmente avviata dalla famiglia Ducati. Negli anni successivi, il controllo della Ducati passò alla Efim, Finmeccanica e Iri, fino al 1984, quando la società venne ceduta alla Cagiva di Varese. Nel 1996, come ricordato, la Casa emiliana fu acquistata dal Texas Pacific Group e quindi, dal 2006, il marchio Ducati ritornò in patria attraverso la Investindustrial Holdings, la finanziaria di Andrea Bonomi.

Carlo Di Giusto

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