Di questi tempi per Fiat Chrysler Automobiles il segno più è una costante. Tanto sul mercato dell’auto, quanto sui listini azionari. Performance (record di vendite in Usa e in Canada, dati positivi in Italia, Francia e Spagna, con il titolo in crescita di oltre il 50% rispetto al primo giorno di quotazione) che solo poche settimane fa non erano in tantissimi a prevedere. Ma c’è stata almeno una persona pronta a scommetterci: Sergio Marchionne, il group ceo. Una scommessa da oltre un milione di euro, ai valori di oggi. Realizzata, virtualmente si intende, in poco più di un mese e mezzo, giorni feriali e festivi di borsa compresi. Ma andiamo con ordine. Il 14 ottobre Marchionne ha acquistato 335 mila azioni Fiat provenienti dall’esercizio del diritto di recesso, pagandoli 7,727 euro l’uno, per un esborso complessivo di poco inferiore a 2,6 milioni. Se li avesse rivenduti sui massimi di oggi (10,98 euro), avrebbe quindi incassato 3,67 milioni di euro, con una plusvalenza lorda superiore a 1 milione di euro. Il tutto in sole 36 sedute di Piazza Affari.
Plusvalenza di 380 milioni. Se questa è la scommessa personale di Marchionne, quella da numero uno di FCA può assicurare alla Casa automobilistica un tesoretto ancora più consistente, vicino ai 380 milioni di euro. Vediamo come. La fusione di Fiat e Chrysler ha portato alla quotazione a Wall Street e in Borsa Italiana della nuovo gruppo il 13 ottobre, con quotazioni di chiusura, rispettivamente, di 7,025 euro e di 8,92 dollari. Da quel giorno, il continuo progresso e l’accelerazione delle ultime tre sedute hanno spinto il titolo a guadagnare quasi il 56% sulla piazza milanese (raffrontato ai 10,98 euro del massimo di oggi) e il 50,5% al Nyse (sul prezzo odierno intorno alle 17.25). Questo fortissimo apprezzamento si trasferisce anche sui 100 milioni di azioni che FCA ha deciso di collocare sul mercato e che ora valgono quasi 4 euro in più l’una. Tradotto, vuol dire che il controvalore di quei titoli è a un passo a 1,1 miliardi di euro. Si tratta di 34,6 milioni di azioni proprie e di circa 60 milioni di azioni emesse per reintegrare il capitale dai titoli cancellati a seguito dell’esercizio del diritto di recesso. Le azioni proprie sono iscritte a bilancio per 259 milioni, quelle ex diritto di recesso sono “costate” a FCA 463 milioni. Se fossero vendute oggi sui massimi la plusvalenza lorda ammonterebbe quindi a circa 380 milioni di euro.
Un regalo di Natale. Marchionne ha ripetuto che i 100 milioni di azioni saranno collocati prima di Natale, insieme al bond convertendo fino a 2,5 miliardi di dollari (e previo road show). E se invece FCA decidesse di farsi un regalo anche prima, sfruttando l’onda rialzista e incassando il tesoretto in anticipo?
Fabio De Rossi
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