Il 2017 sembra destinato a passare agli annali per il comparto automobilistico europeo. Quasi tutti i produttori di maggior rilievo hanno chiuso l'anno indicando risultati finanziari ai massimi storici, anche quei gruppi considerati fino a poco tempo in difficoltà. È il caso della FCA e della francese PSA. Proprio il gruppo transalpino ha pubblicato oggi conti in decisa crescita, dimostrando di essere riuscito ad annullare gli effetti negativi dell'acquisizione della Opel.
Crescita a doppia cifra. I ricavi del gruppo guidato da Carlos Tavares sono cresciuti del 21% (+12,9% a tassi di cambio e perimetro costanti) arrivando a 65,2 miliardi per effetto di un incremento delle vendite del 15,4% fino a 3,63 milioni di unità. La Opel, entrata nel bilancio consolidato il 1° agosto 2017, ha contributo con un fatturato di 7,24 miliardi. Inoltre l'utile operativo ricorrente, pari a 3,99 miliardi, è migliorato del 23,4% grazie al miglior mix di prodotto e geografico e al taglio delle spese operative. La "vecchia" Peugeot-Citroën ha registrato un balzo del 33,3% raggiungendo i 2,96 miliardi e un margine del 7,3% (6% nel 2016) mentre la Casa di Rüsselsheim ha subito una perdita di 179 milioni con un'incidenza sui ricavi del -2,5%, una percentuale ovviamente ancora lontana dal +2% previsto nel nuovo piano industriale al 2020 presentato in autunno per il produttore tedesco. Sono state comunque smentite di nuovo le perdite miliardarie indicate poche settimane fa dal quotidiano tedesco Handelsblatt. Sia includendo sia escludendo il contributo della Opel, il margine operativo del gruppo si è attestato ben al di sopra della soglia del 5% (al 7,1% con la Casa tedesca e al 6,1% senza) a dimostrazione di quanto spazio di flessibilità abbia la PSA nel sostenere una realtà da decenni in perdita.
Salgono i dividendi. Il gruppo ha quindi registrato un utile netto di 1,93 miliardi, l'11,5% in più rispetto al 2016, ed è riuscito a chiudere l'anno con flussi di cassa operativi per ben 1,55 miliardi, confermando l'inversione di tendenza rispetto agli anni passati quando "bruciando cassa" si è pericolosamente avvicinato al fallimento prima di essere salvato dallo Stato e dai cinesi della Dongfeng. Il rilancio ha trovato una sua prima conferma l'anno scorso con il ritorno alla distribuzione dei dividendi per la prima volta dopo diversi anni e quest'anno si può dire concluso con la decisione di proporre un aumento delle cedole da 48 a 53 centesimi di euro. "I risultati eccezionali di Peugeot, Citroën e DS, che stanno compiendo progressi significativi per il quarto anno consecutivo, sono la prova della nostra capacità di offrire una crescita redditizia e sostenibile", ha sottolineato Tavares. "Il nostro approccio flessibile, orientato sulla clientela e socialmente responsabile sta facendo la differenza. L'acquisizione di Opel-Vauxhall è una grande opportunità per spingere la creazione di valore".
Confermati gli obiettivi del piano. Il gruppo transalpino, che prevede per il 2018 un contesto di mercato stabile in Europa e in crescita del 4% in America latina, del 10% in Russia e del 2% in Cina, ha quindi confermato gli obiettivi del piano industriale "Push-to-Pass": margine operativo medio oltre il 4,5% tra il 2016 e il 2018 e del 6% nel 2021, crescita dei ricavi nel 2018 del 10% rispetto al 2015 con un ulteriore miglioramento del 15% per il 2021.
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