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Mercato italiano
Stop al trend positivo: a maggio -0,2%

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Dopo due mesi con immatricolazioni in crescita, il mercato italiano dell’automobile torna in territorio negativo. A maggio, secondo i dati del ministero dei Trasporti, sono state targate 139.390 nuove vetture, lo 0,2% in meno rispetto allo stesso mese del 2024. I primi cinque mesi dell’anno si chiudono con un 722.452 registrazioni e una contrazione dello 0,5% che amplia il divario rispetto ai valori pre-pandemia: secondo le elaborazioni dell’Unrae, a fine aprile la differenza era di circa il 18%, mentre ora è superiore al 20%.  

Stellantis. Nel mese di maggio il gruppo ha immatricolato 39.120 auto, per una flessione del 7,99% rispetto a un anno fa. Continua la crescita per Alfa Romeo (2.482 immatricolazioni, +24,04%) e Peugeot (8.635 unità, +31,45%). Citroën perde l’8,29% (5.222 targhe), Fiat il 7,95% (11.932), Jeep il 10,08% (5.914), Lancia l’83,3% (639), Maserati il 38,6% (140) e Opel il 13,91% (3.596). Bene DS, con un +16,67% e 560 registrazioni.

Gruppo Volkswagen. In calo anche il costruttore tedesco: -3,27% e 23.755 immatricolazioni. In territorio negativo Audi (6.294 registrazioni, -7,59%), Lamborghini (53, -5,36%), Seat (603, -56,99%) e Volkswagen (10.752, -6,52%), mentre Cupra guadagna il 47,01% (2.333 targhe) e Skoda il 16,21% (3.720).

Renault. Cresce a doppia cifra il gruppo della Losanga, che segna un +20,96%, con 15.606 vetture nuove: il calo della Renault (7.772 immatricolazioni, -5,59%) è compensato dal boom della Dacia (7.834 targhe, +67,75%).

Toyota. In lieve miglioramento i risultati del costruttore nipponico: sono 11.702 le immatricolazioni, lo 0,87% in più su maggio 2024. La Toyota segna un -0,86% (11.090 registrazioni) e Lexus un +47,47% (612).   

BMW. Il costruttore bavarese ha registrato 8.246 immatricolazioni, mettendo a segno una crescita del 9,42%, con il marchio dell’Elica in salita del 6,47% (6.848 targhe) e la Mini in miglioramento del 26,63% (1.398). 

Ford e Gruppo Hyundai. Con 6.900 nuove targhe, l’Ovale Blu riscontra un aumento del 9,42%, mentre la Hyundai, con 4.310 immatricolazioni, perde il 9,87% e la consociata Kia flette del 22,93% (3.466 registrazioni).

Mercedes-Benz. Il costruttore di Stoccarda registra 4.832 nuove immatricolazioni, incassando un calo complessivo del 3,78%. La Stella a tre punte sale dello 0,76% (4.780 auto), mentre la Smart segna un ulteriore tonfo: 52 le nuove immatricolazioni, contro le 278 del 2024 (-81,29%).

Le altre giapponesi. Alti e bassi per gli altri costruttori del Sol Levante: in forte contrazione la Nissan (2.070 auto, -32,62%), Mazda (956, -17,3%) e Mitsubishi (123, -85,13%); in crescita Suzuki (2.703, +4,97%), Honda (854, +64,86%) e Subaru (287, +82,8%).

Premium e sportive. Anche il mercato italiano riserva brutte sorprese per la Tesla, alle prese con un calo generalizzato delle targhe in Europa: lo scorso mese, la Casa texana ha immatricolato nel nostro Paese 855 elettriche (-20,32%). Tra gli altri marchi del segmento premium, il gruppo Jaguar Land Rover perde il 49,78% con 580 nuove targhe (-85,53% per Jaguar e -47,27% per il brand delle fuoristrada); la svedese Volvo vede le immatricolazioni calare del 31,96% (1.160 unità), mentre la Polestar passa dalle 22 auto di maggio 2024 alle 32 del 2025. In crescita la Ferrari (77 nuove targhe, +28,33%), in calo la Porsche (622 immatricolazioni, -13,49%).

Gli altri brand. Bene il gruppo DR Automobiles, con un +4,69% (2.636 nuove immatricolazioni); continua la crescita della MG (4.299 unità, +16,06%). BYD passa da 53 a 1.945 immatricolazioni, Omoda & Jaecoo da 20 a 988,  Eurasia Motor Company da 106 a 295 immatricolazioni, +42,86%), mentre Lynk & Co crolla dell’82,14% con 25 nuove unità.

La top ten delle più vendute. Anche a maggio è la Fiat Panda la preferita dagli automobilisti italiani: l’utilitaria torinese segna 8.194 nuove immatricolazioni. Seguono, nell’ordine, Jeep Avenger (4.715 registrazioni), Peugeot 208 (3.731), Dacia Sandero (3.565), Toyota Yaris Cross (3.401), Dacia Duster (3.338), Citroën C3 (3.233), Renault Clio (3.207), Ford Puma (3.055) e Toyota Yaris (3.010).

I canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita, i privati perdono 4 punti percentuali e scendono dal 51,3% al 49,6%, mentre prosegue il rimbalzo del noleggio. La componente del lungo termine segna un +3,5% grazie al +41,2% delle finanziarie captive e sale al 23,4% del mercato totale. Il breve termine, invece, guadagna ben il 14,1% e arriva al 9,3% delle targhe. Continua il calo delle immatricolazioni: perdono il 6,9% nonostante il +30,7% dell’uso noleggio. Infine, andamento positivo per società ed enti, con un +4,7%.

La classifica delle elettriche. Analizzando il segmento delle Bev, la più targata a maggio è la Tesla Model Y (635 unità), seguita da Jeep Avenger (482), Citroën C3 (396), BMW iX1 (333), Ford Puma (262), Dacia Spring (237), Leapmotor T03 (231), Tesla Model 3 (214), Alfa Romeo Junior (190) e Audi Q6 (157).

In grande spolvero le Phev. L’analisi delle alimentazioni conferma la tendenza dei mesi scorsi su un continuo aumento del divario tra le motorizzazioni termiche pure e quelle elettrificate. I modelli a benzina perdono il 19,4% e sei punti percentuali di quota, fermandosi al 25,9%. Le diesel, invece, crollano del 32% e arrivano al 9,8% (era il 14,5% un anno fa). Inesistente il metano, con zero immatricolazioni. Crescono, invece, le ibride non ricaricabili: registrano un +8,4% e conquistano il 43,7% (40,1% a maggio 2024), grazie soprattutto alle full hybrid (+12,6% contro il +6,7% delle mild). Continua la cavalcata delle Phev, con un +94% e una quota quasi raddoppiata dal 3,3% al 6,4%. Infine   prosegue il rimbalzo delle elettriche, complice anche la bassa base di confronto con l’anno scorso, quando le Bev erano state penalizzate dall’attesa degli incentivi: a maggio, fanno +41,1% e passano dal 3,6% al 5,1%. 

Emissioni. Anche per il mese di maggio, i dati positivi di immatricolazione delle auto elettrificate o a zero emissioni si riflettono sull’andamento delle emissioni medie, che cedono il 6,4% e si assestano su 113,3 g/km (114,9 g/km nel trimestre, -5,2%). In particolare, la fascia 0-20 g/km (elettriche e plug-in) rappresenta l’8,1% del mercato, quella tra 21 e 60 g/km (ibride) detiene una quota del 3,3%, mentre la fascia 61-135 g/km rappresenta il 66,4%. La fascia 136-190 g/km di CO2 pesa il 18,4% e quella oltre i 190 g/km arriva all’1,9%. 

Il commento dell’Unrae. L’associazione delle Case estere, nella sua nota di commento ai dati sulle immatricolazioni, pone l’accento sulla decisione del governo di spostare quasi 600 milioni di euro del Pnrr dai bandi per le colonnine a nuovi incentivi alla rottamazione. Per l’Unrae è  “un’operazione non condivisa con la filiera” e ancora “priva di indicazioni chiare” su attuazione e tempistica, che “rischia di paralizzare il mercato e generare ulteriore incertezza per consumatori e operatori”. Si chiede quindi che il nuovo programma “venga immediatamente definito e reso operativo, verificando allo stesso tempo la possibilità di modificare i numerosi vincoli attualmente presenti che rischiano di compromettere la piena efficacia del provvedimento. Ci troviamo davanti ad una nuova occasione mancata: sarebbe stato forse più opportuno impiegare le risorse disponibili sulla revisione della fiscalità delle auto aziendali, che da anni penalizza le imprese italiane. "È quantomai urgente l’introduzione di un sistema premiale legato alle emissioni, intervenendo su detraibilità Iva, deducibilità dei costi e periodo di ammortamento, considerata la scadenza della Delega Fiscale fra meno di tre mesi”, aggiunge il presidente Michele Crisci. L’Unrae esprime, infine, rammarico per “l’incapacità di spendere i fondi del Pnrr per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica pubbliche, fattore abilitante e di primaria importanza per la diffusione della mobilità a zero emissioni, che non può essere sostituito con un nuovo programma di incentivi alla domanda”.  

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