Lotus Engineering, il centro ricerche della Lotus che svolge attività di consulenza per varie Case, presenta a Ginevra il suo motore monocilindrico Omnivore. Non sarà prodotto in serie, bensì servirà da banco di verifica delle ricerche volte a migliorare il rendimento dei propulsori in previsione dell'utilizzo di miscele di biocarburanti e benzina. Insomma, un motore flex-fuel, onnivoro, funzionante con qualsiasi mix, dalla benzina fino all'alcol puro.
L'alcol, che ha un numero di ottano molto elevato, consentirebbe d'utilizzare rapporti di compressione maggiori rispetto alla benzina, senza incorrere in pericolosi fenomeni di detonazione. Per questo motivo, l'Omnivore presenta un innovativo sistema che varia il rapporto di compressione per adeguarlo sia alla richiesta di potenza al motore sia al tipo di combustibile bruciato.
Altra interessante caratteristica di questo prototipo è il ciclo di funzionamento a due tempi abbinato all'iniezione diretta. Particolarità del monocilindrico è la sua struttura monolitica, che raggruppa testa e basamento in un solo pezzo. Scompare così la guarnizione della testa. Insomma, alla Lotus il futuro incontra il passato, dal momento che propulsori senza testa smontabile erano comuni un'ottantina d'anni fa e pure il due tempi a iniezione diretta aveva avuto un revival circa vent'anni orsono (ricordate la Orbital australiana?).
Il monocilindro a due tempi Lotus non ha le valvole, al contrario del prototipo di motore a due tempi che fu presentato dalla Toyota alla fine degli anni Ottanta. Grande attenzione è stata dedicata alla semplicità, premessa indispensabile per contenere i costi e migliorare l'affidabilità. Un nuovo meccanismo inserito nella luce di scarico permette di variare la fasatura di aspirazione e scarico. Semplice anche il dispositivo, collocato in cima alla camera di combustione, a cui è affidato il compito di modificare il rapporto di compressione.
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