
Dopo sette anni, arriva la nuova Volkswagen Touran, con un design molto ispirato a quello della Volkswagen Golf, soprattutto nel frontale, e tra le novità più interessanti c'è il 1.200 turbobenzina da 105 cavalli, già visto su altre vetture di Casa, ma non ancora su una «sette posti» da una tonnellata e mezza.
Coppia adeguata. Alla guida, la prima sensazione è ottima. Questo motore, che fa faville sulla leggera Volkswagen Polo e non delude su una quasi Suv come la Skoda Yeti, non si fa impensierire nemmeno dalla Touran. Sgusciamo nel traffico con grande agilità, mentre il cambio, a sei rapporti, asseconda in modo ineccepibile le richieste di spinta o allungo. Di coppia ce n'è (175 Nm già a partire da 1.550 giri), si sente, e la potenza è sufficiente per qualche guizzo, anche se non si deve pretendere una guida sportiva.
Niente automatico. Uscendo dalla città, il 1.200 TSI rimane godibilissimo nei tratti misti sulle statali, e non delude in autostrada: sui 130-140 km/h si è ancora a velocità di crociera con un ampio margine di accelerazione (sfiora i 190 all'ora...), per eventuali sorpassi in sicurezza, e la rumorosità a bordo è accettabilissima. La guida sarebbe ancora più piacevole col cambio a doppia frizione Dsg a sette rapporti, che però è disponibile solo sulla Touran 1.400 TSI e sulla 1.600 turbodiesel, ma non sul 1.200 (mentre, per completezza, sulla 2.000 TDI c'è il Dsg a sei marce).
Campionessa di praticità. Bella la posizione di guida, alta, ma automobilistica, col volante con la giusta inclinazione e ben regolabile. Tutto è a portata di mano e la Touran convince anche per la facilità di utilizzo. Le sue dimensioni abbastanza contenute, entro i 4,4 metri di lunghezza, ne fanno una formidabile concorrente anche per familiari più lunghe e meno gestibili negli spazi stretti.
Parcheggia meglio. A proposito, col Park Assist 2.0 (evoluzione del primo «parcheggiatore» automatico), la Touran s'infila da sola nei posti liberi lungo il marciapiede, dove le bastano 80 centimetri oltre i 440 dell'auto, o anche in quelli a pettine: basta premere un tasto e mollare il volante al servosterzo elettrico e agli «occhi» dei sensori di parcheggio, controllando solo acceleratore e freno.
Andrea Sansovini
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