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Subaru
"Motocross" con la Forester

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A tre anni dall’arrivo della quarta generazione, è tempo di restyling per la "conquistatrice" di Casa Subaru, ovvero la Forester. Nata nel ’97 come station wagon rialzata, ha saputo anticipare il fenomeno Suv, ma senza riuscire a cavalcarlo con grande successo, almeno stando ai numeri: in Italia, sommando tutti i modelli, ne circolano poco più di ventimila. In sostanza, è rimasta un’auto di nicchia, per intenditori. Ora, come d’obbligo, si aggiorna secondo gli ultimi dettami. E quindi: fari davanti e dietro a Led, luci di svolta e nuovi cerchi di lega da 18”. Dentro, invece, un grande touch screen (da 7”) al centro della plancia, collegabile allo smartphone (con tanto di comandi vocali Siri nel caso di iPhone). A completare, nuovi materiali morbidi nella plancia, che sostituiscono le plastiche un po’ dure nella parte alta, e in particolare supporti soft per l’appoggio del ginocchio sul fianco della console.

Caratteristiche. Piccoli ritocchi a parte, la Forester rimane la versatile e robusta 4x4 con dimensioni da famiglia, grazie ai 4,6 metri di lunghezza, all’abitacolo spazioso e al bagagliaio di 450 litri. Quanto ai motori, tutti due litri, si ritrovano l’aspirato a benzina da 150 CV (proposto anche in versione bifuel a Gpl, che rappresenta più della metà delle vendite per questo propulsore), il turbo da 241 CV e il turbodiesel, vero cavallo di battaglia, da 148 CV.

Come va. In occasione del restyling, l’abbiamo riprovato su un percorso misto e su un circuito da motocross (il “Ciglione”, che si vede dalla superstrada di Malpensa), sulle forti pendenze fangose del tracciato. La Forester, con il cambio automatico Lineartronic, un buon Cvt, sopperisce alla mancanza delle ridotte con il sistema X Mode, che si inserisce premendo un tasto sulla console. In sostanza, ottimizza erogazione, cambio, trazione e freni per superare gli ostacoli più impegnativi, mentre in discesa aiuta a mantenere il controllo della vettura con il controllo della velocità. Il resto lo fanno le ottime caratteristiche “storiche” del mezzo, ovvero la trazione integrale simmetrica (dovuta al motore Boxer, a sua volta perfettamente simmetrico grazie ai cilindri contrapposti), la buona altezza da terra e il baricentro basso.

Ok anche su strada. Se sulla pista di motocross, alla fine, se l’è cavata egregiamente nonostante avesse da poco smesso di piovere e il fango rendesse difficile persino stare in piedi, anche su strada si è fatta apprezzare per la dolcezza della variazione continua, caratterizzata un po’ dall’effetto scooter, ma non fastidiosa. La vettura risulta un po’ rigida di assetto, un pochino dura sulle sconnessioni, ma decisamente piacevole quanto a silenziosità dell’abitacolo. I prezzi del modello ristilizzato non variano: si parte da 27.990 fino ai 41.990 della top di gamma (Unlimited). La turbodiesel parte da 31.990 euro.

Andrea Sansovini

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