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CX-60 e-Skyactiv D, la sfida del gasolio

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Nell’epoca dell'elettrico c’è ancora qualche costruttore che percorre strade differenti. Ne è un esempio Mazda, che dopo aver riportato in auge il motore Wankel al Salone di Bruxelles - come range extender della MX-30 e-Skyactiv R-EV - ora ci fa finalmente toccare con mano il suo nuovo sei cilindri diesel mild hybrid di 3.3 litri creato per la nuova CX-60. Un motore che, secondo la Casa di Hiroshima, può regalare consumi record per il segmento delle D-Suv: 5 litri/100km. Per metterlo alla prova siamo andati in Spagna, per partecipare a un'economy race con la versione meno potente tra le due proposte, quella da 200 cavalli, proposta in Italia con prezzi a partire da 49.900 euro.  

L'e-Skyactiv D nei dettagli. La cubatura di 3.3 litri (3.283 cm³ per la precisione) e il frazionamento a sei cilindri sono stati scelti appositamente per avere una maggiore superficie nella camera di scoppio, funzionale sia a una migliore miscelazione aria-gasolio, sia alla resa della combustione nei diversi regimi di coppia (migliore dell'8% rispetto all’attuale 2.2 diesel). La tecnologia del sistema di iniezione DCPCI (Distribution Controlled Partially Premixed Compression Ignition) consente un abbassamento delle emissioni (128-139 g/km nel ciclo Wltp per la variante da 200 CV) e una maggiore efficienza termica.  

Poco assetata. Il tragitto di 200 km dell'economy run prevede principalmente tratti autostradali (l’habitat di questa vettura), accompagnati da alcune percorsi montuosi. Con un occhio sulla strada e l’altro sulla schermata dei flussi di energia del powertrain ibrido, ci lasciamo alle spalle il lungomare di Calafell. A un'andatura tra i 90 e 110 km/h il computer di bordo restitutisce una media tra i 4,6 e i 4,9 l/100km, merito anche dell'unità elettrica da 17 CV che aiuta a "veleggiare". Pure nelle salite non serve pestare sull’acceleratore: i 450 Nm sono più che sufficienti per muovere senza fatica e a bassi regimi gli oltre 1.800 chili di questa Suv. Alla fine del test, i tecnici della Mazda ci restituiscono un risultato notevole: 3,2 l/100 km e la vittoria della gara dei consumi. Nulla di scientifico – per quello c'è il nostro Centro prove –, ma una media comunque molto interessante: come al soluto, non è detto che la cilindrata generosa sia sempre sinonimo di consumi elevati.

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Pensata per il confort. Nei 200 chilometri di guida, abbiamo apprezzato anche altri aspetti di questa Suv, che fa del confort la propria priorità: buche e dossi sono ben digeriti dall’assetto, mentre il cambio automatico si distingue per un'elevata fluidità a tutti i regimi. Buona anche la visibilità: in manovra e negli svincoli autostradali si ha il controllo su ciò che ci circonda. L’abitacolo è spazioso e gli interni si fanno apprezzare per la buona qualità costruttiva. L’infotainment con monitor centrale da 12 pollici richiede invece confidenza e non sempre le indicazioni del navigatore satellitare risultano immediate, ma con Android Auto e Apple CarPlay (entrambi wireless) il problema si risolve facilmente.

A breve la versione più potente. La CX-60 di questo primo contatto, in allestimento Homura con motore 6 cilindri turbodiesel mild hybrid a 48 Volt da 200 cavalli e 450 Nm di coppia (prezzi da 56.050 euro), va ad affiancare in gamma la variante benzina plug-in che prevede il 2.5 Skyactiv G da 191 CV accoppiato a un’unità elettrica da 175 CV, per 327 cavalli e 500 Nm complessivi. Già dalla primavera, però, arriverà anche l'e-Skyactiv D mild hybrid da 250 cavalli e 550 Nm. E se vi domandate perché la Mazda punti ancora su motorizzazioni a gasolio, la risposta sta nella visione globale del marchio, che intende soddisfare anche le richieste dei mercati extraeuropei.

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