La Formula 1 non si ferma e, dopo l’appuntamento texano di Austin, prosegue il suo tour americano scendendo di qualche migliaio di chilometri. All’ombra dei vulcani Popocatépetl e Iztaccíhuatl, l’Autódromo Hermanos Rodríguez è pronto ad accogliere l’ennesimo capitolo di un mondiale che, a sorpresa, resta apertissimo.
Scenario. Oscar Piastri guida ancora la classifica, ma la McLaren non è più la corazzata inattaccabile di metà stagione. La doppia battuta d’arresto nella Sprint di Austin ha contribuito a ravvivare le speranze di un Max Verstappen tornato in piena corsa per il titolo: il campione del mondo in carica ha dominato sia la Sprint che il Gran Premio, riducendo a 40 i punti di distacco dal leader quando mancano ancora cinque tappe e due Sprint. Max ora ci crede: “Abbiamo una chance, ma dobbiamo essere perfetti”. Dietro, la sfida tra la Mercedes e la Ferrari per il secondo posto Costruttori si fa sempre più serrata. Più staccata, ma ancora in crescita, la Williams, che guida il gruppo di centro classifica davanti a Racing Bulls, Aston Martin e Alpine, dove non sono mancate tensioni interne dopo l’episodio Colapinto-Gasly.
Sfida ad alta quota. A rendere speciale il Gran Premio del Messico non è solo l’atmosfera elettrizzante del Foro Sol, lo stadio che abbraccia l’ultimo settore del tracciato, ma anche la posizione geografica estrema del circuito: oltre 2.200 metri di altitudine, la più elevata dell’intero calendario. L’aria rarefatta riduce la densità e quindi il carico aerodinamico, costringendo i team a configurazioni da massimo downforce, paragonabili a Monte Carlo, pur con velocità di punta che superano i 360 km/h grazie alla minore resistenza all’avanzamento. Questa condizione altera ogni equilibrio: i motori faticano a raffreddarsi, i freni lavorano al limite e la gestione delle temperature diventa cruciale. Le simulazioni parlano chiaro: l’usura resta contenuta, ma l’attenzione va agli pneumatici di sinistra, maggiormente sollecitati nella sequenza di curve centrali, quelle dalla 4 alla 11.
Strategie aperte e graining in agguato. La Pirelli ha deciso di confermare il “salto di mescola”, nominando le C2-C4-C5: una scelta che apre diverse interpretazioni strategiche. La Hard (C2) sarà una gomma di pura resistenza, utile per chi punterà su una sola sosta, mentre Medium (C4) e Soft (C5) garantiranno prestazione pura ma con il rischio di doverle gestire su due stint. Il graining, favorito dalla bassa aderenza e dal poco carico aerodinamico, potrebbe essere la variabile chiave. L’Autódromo Hermanos Rodríguez, 4.304 km e 17 curve, non perdona errori: il lungo rettilineo di oltre un chilometro mette a dura prova la gestione dell’energia ibrida, mentre la sezione lenta dentro lo stadio rappresenta un banco di prova per trazione, freni e bilanciamento meccanico. E se l’aria rarefatta di Città del Messico toglierà ossigeno ai motori, di certo ne aggiungerà alla battaglia mondiale.
Come seguire il GP del Messico in TV. Sarà la pay-tv a trasmettere ogni momento di questo weekend ad alta quota, ma qualifiche e gara troveranno sempre spazio nella programmazione di TV8, in chiaro per tutti, seppur in differita di qualche ora. Ecco il programma del weekend, già convertito al fuso orario italiano.
Venerdì 24 ottobre
Prove Libere 1 dalle 20.30 in diretta esclusiva su Sky Sport F1
Prove Libere 2 dalle 00.00 in diretta esclusiva su Sky Sport F1
Sabato 25 ottobre
Prove Libere 3 dalle 19.30 in diretta esclusiva su Sky Sport F1
Qualifiche alle 23.00 in diretta su Sky Sport F1.
Domenica 26 Ottobre
Gara, partenza alle 21 in diretta su Sky Sport F1.
Differita TV8 delle qualifiche alle 19:45. Differita della gara alle 22:30.
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