Il governo Meloni sta lavorando su un'ampia revisione del sistema delle concessioni autostradali, a partire dal meccanismo di calcolo dei pedaggi. In particolare, secondo una ricostruzione del Sole 24 Ore, l'allegato infrastrutture al Def anticipa "una riforma organica, che possa permettere una equa perequazione economica all'interno dell'intera rete autostradale e consentire i necessari investimenti, per riportare alla piena efficienza funzionale le infrastrutture in tempi certi, con una definizione inderogabile dei rischi e dei soggetti che devono accollarseli, nel pieno rispetto dell'apertura del mercato e della concorrenza". In sostanza, si sta lavorando su una maggiore omogeneità dei pedaggi.
Le ipotesi. "Cambieranno le regole e l'idea del governo è quella di andare verso una tariffa unica nazionale, quindi avere pedaggi chilometrici analoghi per gli utenti e ponderati per i gestori", ha spiegato al Secolo XIX il viceministro Edoardo Rixi. L'ipotesi sarebbe quella di introdurre dei meccanismi di costo "mediani" e delle compensazioni automatiche per cantieri, traffico, livello di incidentalità o assenza della terza corsia. Allo studio ci sarebbe anche un riordino normativo destinato a "rafforzare il ruolo di concedente e gli strumenti di governance in capo alla parte pubblica". A tal proposito, la testata confindustriale scrive di un ruolo "più pesante" per lo Stato ed è in tale quadro che rientra la costituzione di Autostrade dello Stato: la società integrerà le tratte a pagamento dell'Anas, ma potrà anche costituire nuove concessionarie e acquisire partecipazioni. "Non stupisce, quindi, che in queste righe si legga il preludio a un cambio di direzione di più ampia portata", conclude Il Sole. "Forse addirittura l’inizio di una statalizzazione delle autostrade italiane".
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