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Prove su strada

Hyundai Tucson

La prova della 1.7 CRDi 2WD Xpossible

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Dopo soli cinque anni, la nuova Hyundai Tucson archivia un modello di un certo successo come la ix35 e si lancia più avanti, rituffandosi nel combattuto mercato delle Suv compatte. Le sue armi sono il design, la qualità della vita a bordo, le dotazioni, le doti dinamiche. La versione in prova è la 1.7 CRDi 2WD Xpossible, equipaggiata con i cerchi di lega da 17 pollici. Più bassa di due centimetri rispetto al modello uscente è più lunga di sette centimetri e di tre nel passo, peccato che una volta a bordo parte della carica innovativa si smorzi. Niente colori vivaci, né soluzioni ardite, ma tanto spazio, un'attenzione elevata per l'ergonomia e, in definitiva, l'idea di una vita facile e comoda. Risaltano, comunque, i capisaldi del posto guida: la bella strumentazione, il grande monitor del sistema multimediale e la super "isola" che racchiude i comandi della climatizzazione. Tutto visibile, a portata, tranne un paio di tasti secondari alla sinistra del volante e il pulsante Start, sulla destra. L'indicazione dei punti cardinali, sul retrovisore interno, ricorda che le Tucson sono state pensate pure per orizzonti più vasti di quelli europei.

Confort di bordo. Nell'abitacolo lo spazio non manca davvero sulla Tucson, in larghezza e in altezza: e chi si accomoda dietro - l'ideale è stare in due - può contare ora su un margine per le ginocchia abbondante. Le attenzioni per i passeggeri si notano da molti dettagli: le alette parasole dotate di prolunga, la possibilità di riporre lo smartphone proprio sotto le prese multimediali, il portaocchiali "aereo", il cassetto portaoggetti refrigerato. Per chi si siede sul divano sono previste le bocchette di ventilazione, la plafoniera, i ganci, un bracciolo con portabicchieri. Una chicca: i sedili riscaldabili sono di serie anche dietro, oltre che regolabili nell'inclinazione. Manca invece la possibilità di sbloccare gli schienali direttamente dal bagagliaio: bisogna utilizzare le leve poste sul fianco del divano. La dotazione della versione in prova è di buon livello tanto da includere, fra l'altro, il sistema di navigazione, la retrocamera e i sensori di parcheggio. Non si possono avere, però, neppure a pagamento, il cambio automatico, il portellone ad azionamento elettrico e la radio Dab.

Come va. Stare al volante comodi e in alto è già un bell'inizio. Il 1.7 turbodiesel non si segnala tanto per la potenza esuberante (con i suoi 116 cavalli non brilla particolarmente dopo i 3.500 giri), quanto per la disponibilità di coppia quasi immediata: basta rilasciare la frizione per sentirlo cominciare a spingere. Anche su strade di montagna, in condizioni di medio carico, non si avverte mai la mancanza di spinta ai bassi regimi. Tutto è reso facile dal cambio manuale a sei marce, ben gestibile, abbinato a una frizione dal carico non eccessivo. Lo sterzo, molto leggero in manovra, presenta una maggiore sensibilità selezionando la modalità Sport. Sicura la tenuta, com'è buona la trazione (a gas giù, non si manifestano reazioni sul volante). La coreana se l'è cavata bene nei nostri test di stabilità, in particolare nel cambio di corsia su asfalto bagnato, in cui invece la precedente ix35 aveva incontrato qualche difficoltà, anche a causa dell'intervento ritardato dell'Esp. Migliorata anche l'efficacia dei freni. Consumi: la Tucson non è assetata, ma neppure ascetica. Riesce, in ogni caso, a percorrere di media 15,5 km/l. Con una buona autonomia, nonostante il serbatoio più piccolo (55 litri) che accompagna le versioni dotate di Start&Stop.

In sintesi. Con la Tucson è stato compiuto un bel passo avanti rispetto al passato , anche e soprattutto dal punto di vista dello stile. E non è solo il fatto che a disegnare la Suv coreana sia stato un team (internazionale) guidato da un italiano: la Tucson ha tutto per farsi notare sulle nostre strade, in un segmento in cui non mancano di certo le rivali pericolose. In questa nuova veste, che nasconde un telaio rinnovato, carreggiate più larghe, sospensioni riviste e il passo allungato, si trova più di un motivo d'interesse. La vettura è cresciuta nel comportamento stradale, risultando accogliente e silenziosa anche se, forse, si poteva osare un po' di più nell'abitacolo. La protagonista della prova è la versione d'attacco a gasolio, a due ruote motrici nell'allestimento di punta. Il suo 1.7 CRDi da 116 CV è abbastanza generoso, anche se votato al risparmio e alla guida rilassata. Insomma, la Tucson è alta, spaziosa e originale, ma pure morigerata nei consumi e con costi di gestione abbordabili. Una combinazione che, in questo caso, sembra davvero azzeccata. 

 Andrea Stassano
(Prova su strada ripresa da Quattroruote di settembre 2015)

Pregi e difetti

LEGENDA
  • N.P. - Rilevazione non possibile
 
La prova della 1.7 CRDi 2WD Xpossible

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