Sono sempre più gli utenti che, nell'ottica di rendere più affidabile una compravendita di auto tra privati, si affidano a report sul veicolo. Questi sistemi funzionano in maniera molto semplice, basta infatti avere il numero di targa oppure il numero di telaio e, in pochi clic, si ottiene un report sul veicolo oggetto di compravendita. È quindi lecito sorga una comune domanda: il veicolo ha una targa sicura o è una truffa?
Eppure, per quanto molte piattaforme che offrono questo servizio siano assolutamente garantite e offrano informazioni utili - come ad esempio su sinistri e incidenti subiti dal mezzo nella sua storia o, ancora, il valore medio di mercato - i truffatori hanno affilato le loro armi, allo scopo di trarre indebito vantaggio anche da questi servizi.
Ma cosa sono questi servizi e come funzionano le truffe sulla targa sicura? E, soprattutto, come proteggersi dall’azione dei malintenzionati?
I report auto sono dei servizi innovativi, che permettono appunto di ottenere diverse informazioni sul veicolo. L’obiettivo è quello di permettere all'acquirente di avere maggiore chiarezza sul bene che sta per acquistare o, per contro, al venditore di avere informazioni sul prezzo di mercato del suo veicolo.
In generale, i report sui veicoli si distinguono in diverse categorie:
Per quanto riguarda i report sullo storico del veicolo, in Italia, è possibile ottenere parte di queste informazioni anche gratuitamente o a costo ridotto, ad esempio:
Scegliere di acquistare online un report tramite un'azienda specializzata è però un'ottima opzione, per ottenere rapidamente tutte le informazioni, in un unico documento di facile comprensione.
Per quanto questi strumenti siano nati per evitare la compravendita di veicoli con vizi occulti, chilometraggi stornati e altre di queste problematiche, purtroppo i malintenzionati hanno affinato le loro tecniche per sfruttare anche lo strumento del report auto per portare a termine i loro raggiri.
Non si può dire che le truffe sui report auto non seguono degli schemi ben collaudati, elaborati da malintenzionati per raggiungere indebiti vantaggi. Approfittando di tecniche di phishing, nell’abilità nel furto dei dati e nella lecita ingenuità della controparte, i truffatori riescono a portare a segno dei raggiri dalle conseguenze molto gravi.
In linea generale, la truffa sui report auto presenta un denominatore comune, ovvero una modalità di funzionamento che accomuna la gran parte dei casi fino a oggi conosciuti. Tuttavia, gli effetti e le conseguenze possono essere differenziati, a seconda degli scopi del malintenzionato di turno.
Di norma, trovato un veicolo su uno dei tanti portali di annunci online, un finto acquirente contatta telefonicamente - o via messaggio audio - il venditore, manifestando grande interesse per l’acquisto dell’auto. Prima di procedere alla compravendita, però, il malintenzionato richiede insistentemente di eseguire un report auto, affinché le condizioni del veicolo possano essere testimoniate in forma scritta. Se non si procederà alla richiesta, l’accordo non potrà andare in porto.
Colte le attenzioni del venditore, il falso acquirente non lo indirizza su uno dei portali più famosi per la richiesta del report, bensì su un sito di sua conoscenza, di cui fornisce il link. E per ridurre i leciti dubbi della controparte, adduce le più svariate scuse:
Convinto dalle parole del finto acquirente, il venditore acconsente alla richiesta, aprendo così la strada a tre diversi scenari.
Il primo scenario che può scaturire, dall’utilizzo di piattaforme truffaldine, è la sottrazione del denaro speso per il report auto. In altre parole:
Molto frequentemente, l’esito della truffa sui report è la sottrazione indebita dei dati della carta di credito o, nei casi più gravi, degli accessi online al proprio conto corrente.
Puntando sulle possibili scarse capacità tecnologiche del venditore, i truffatori possono indirizzarlo su piattaforme di pagamento del report fittizie, o clonate da istituti bancari esistenti, spingendolo a inserire i propri dati di pagamento. Raccolte le informazioni, il malintenzionato utilizza la carta di credito per effettuare spese, anche molto onerose, oppure accede all’home banking per svuotare il conto corrente.
A volte, l’obiettivo della truffa non è quello di sottrarre direttamente denaro, bensì di tentare di abbassare il prezzo di vendita del veicolo, per accaparrarsi l’auto a somme irrisorie, ben al di sotto delle medie di mercato.
Per farlo, il truffatore può far leva sulle informazioni presenti nel report - spesso fittizie, perché eseguito su piattaforme non legittime - chiedendo sconti: incidenti passati, sinistri non comunicati e via dicendo. Per quanto colto di sorpresa, il venditore accetta di concludere la compravendita a un prezzo di favore, pur di non perdere l’accordo.
Compreso il funzionamento della truffa sul report auto e sulla targa sicura, come difendersi dalle possibilità di raggiro? È sufficiente prestare elevata attenzione, e adottare alcune precauzioni di buon senso, per ridurre il rischio di cadere in un raggiro:
Naturalmente, considerando come le truffe siano ormai ovunque e, fatto non meno importante, che la fase di pagamento del veicolo è quella più presa d’assalto dai malintenzionati, non bisogna mai abbassare la guardia all’interno di una compravendita tra privati. Il report sull’auto potrebbe quindi non essere sufficiente per mettersi al sicuro.
È infatti indispensabile evitare metodi di pagamento tradizionali - dall’assegno al bonifico ordinario, compreso il bonifico istantaneo - perché poco sicuri e non in grado di risolvere la fase di impasse dove il compratore vuole pagare dopo il passaggio di proprietà mentre il venditore vuole avere il saldo prima di procedere alla firma. La soluzione? Affidarsi a Owny.it, la piattaforma di pagamento al 100% sicura che tutela sia il compratore che il venditore, escludendo sul nascere truffe e raggiri. Se la controparte non accetta, o adduce scuse, è probabile sia un malintenzionato: meglio, perciò, interrompere l’accordo
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