Che cosa sono le pompe bianche
Con la locuzione “pompe bianche” si intendono i distributori di carburanti o le reti di distribuzione petrolifera indipendenti (indipendenti dalle grandi compagnie petrolifere e dai loro network). Per questo motivo, i punti vendita indipendenti sono detti anche “no logo”, anche se in realtà, il logo ce l’hanno, eccome, in molti casi anche relativamente noto.
La rete italiana dei distributori
Nel 2022 la rete italiana risultava composta da 21.700 punti vendita, un numero che a partire dagli anni 70 - ma non più negli ultimi anni - si è ridotto sensibilmente. Rispetto alle quasi 40 mila del 1973, la contrazione è stata del 45%.
Nonostante questa riduzione, la rete italiana resta la maggiore in Europa, visto che, sempre nel 2022, in Germania vi erano 14.429 punti vendita (-66% rispetto al 1973), 12.084 in Spagna, 11.039 in Francia (-75%), 8.379 nel Regno Unito (-75%). Insomma, negli altri Paesi paragonabili all’Italia (a parte la Spagna, di cui non è disponibile il dato del 1973) il processo di concentrazione è stato più intenso.
La maggiore capillarità della rete italiana si spiega anche con la diversa distribuzione della popolazione sul territorio, più diffusa da noi rispetto agli altri Paesi Ue, oltre che con le caratteristiche delle imprese – molte di natura familiare - che operano in questo settore. Di contro, la minore concentrazione impatta inevitabilmente sui costi alla pompa dei carburanti, mediamente più alti nell’ex bel Paese rispetto ad altre nazioni europee anche per questo motivo.
La composizione della rete
Ma com’è composta la rete italiana? Secondo l’Unem-Unione energie per la mobilità, l’ex Unione petrolifera, dei 21.700 punti vendita, 451 sono in autostrada, 200 negli ipermercati e ben 5.900 sono pompe bianche. Gli altri circa 15 mila sono impianti stradali (urbani ed extraurbani) con le insegne delle compagnie che operano in Italia (Eni, Api-IP, Q8. Esso, Tamoil eccetera).
Le pompe bianche, dunque, rappresentano il 27,2% degli impianti attivi in Italia, una percentuale inferiore solo a quella della Polonia (47,4%), della Spagna (31,5%) e dell’Ungheria (30,8%).
Secondo il sito pompebianche.it, invece, le stazioni di servizio indipendenti sarebbero, a novembre 2023, quasi 7.800.
Di certo c’è che i marchi della distribuzione carburanti presenti nella banca dati del ministero delle Imprese e del made in Italy sfiorano le 300 unità (296 a fine novembre 2023).
I consumi di carburante
Nel 2022 in Italia sono stati consumati, complessivamente, 31,6 milioni di tonnellate di carburanti per autotrazione, il 4,8% in più rispetto all’anno precedente. Si tratta dell’aumento più alto – limitatamente ai cinque major markets europei - subito dopo il Regno Unito (+6,3%). In particolare, i consumi di benzina sono aumentati dell’11,6%, quelli di gasolio del 2,7%. Tra l’altro, l’Italia è l’unico paese, tra i primi cinque major market in Europa, ad avere registrato una variazione positiva rispetto al 2019, ultimo anno pre pandemia (-7,2% in Germania, -3,7% nel Regno Unito, -1,8% in Francia e -3,1% in Spagna).
Come si forma il prezzo del carburante
Il prezzo finale di vendita ai consumatori è la risultante di alcune componenti
A novembre il prezzo industriale (materia prima più margine lordo) pesava, in media, per il 42% sul prezzo medio finale alla pompa per la benzina e per il 48% per il gasolio. La componente fiscale (accisa più Iva) pesava, rispettivamente, per il 58 e il 52%.
I prezzi alla pompa
Come in tutta l’Unione europea, anche in Italia il mercato dei prezzi dei carburanti è libero. E infatti non è raro trovare prezzi sensibilmente diversi in punti vendita relativamente vicini, anche dello stesso marchio. I prezzi medi sono rilevati quotidianamente entro le 8.30 del mattino dal ministero delle Imprese e del made in Italy, l’ex ministero dello Sviluppo economico e sono disponibili sul sito del Mimit (www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti) disaggregati su base regionale.
Siccome l’accisa è un’imposta fissa basata sulla quantità (€/l), a determinare le differenze alla pompa sono i costi della materia prima e i margini lordi. In pratica, un gestore può offrire un prezzo inferiore rispetto alla concorrenza solo se riesce a procurarsi benzina e gasolio all’ingrosso, diciamo così, a un prezzo inferiore o se abbassa i propri margini di guadagno.
Perché nelle no logo costa meno (ma non sempre)
Le grandi compagnie petrolifere hanno dalla loro i volumi, ma hanno anche costi mediamente più alti lungo tutta la filiera. Le pompe bianche, invece, oltre ad avere costi di distribuzione spesso mediamente inferiori, non hanno spese di marketing e di pubblicità e possono acquistare il carburante di volta in volta, a volumi inferiori, da chi lo fa pagare meno (qualche volta, tuttavia, come hanno dimostrato brutte vicende di cronaca negli ultimi lustri, a scapito della qualità). Gli impianti, inoltre, sono quasi più decentrati della concorrenza e spesso senza personale, variabili che possono contribuire ad abbassare i prezzi finali. Ecco perché, in media, nelle pompe bianche benzina e gasolio possono costare qualche centesimo in meno rispetto alle pompe tradizionali. Attenzione, però, mai dare per scontata l’equazione “pompa bianca = prezzo inferiore”. Non sempre e non ovunque è vero. Non è raro trovare, infatti, pompe bianche che espongono prezzi uguali o addirittura superiori a quelli dei punti vendita – a volte nemmeno troppo distanti - con i loghi delle grandi compagnie.
Generalmente inferiore, invece, è il prezzo nei punti vendita della grande distribuzione organizzata, in genere presso aree o centri commerciali a elevata frequentazione. Gli altissimi volumi di carburante erogati in questi punti possono consentire ai gestori di ridurre le percentuali di margine senza intaccare il volume dei ricavi e, quindi, il guadagno netto.
Alla caccia del prezzo più basso
L’obbligo di esposizione dei prezzi aiuta nella scelta del punto vendita presso il quale fare rifornimento. Nella ricerca del prezzo più basso possono aiutare specifiche app (di cui si consiglia di valutare sempre l’affidabilità). Se si ha un computer sottomano può essere utile l’Osservaprezzi Carburanti del ministero delle Imprese e del made in Italy (https://carburanti.mise.gov.it), che permette, nella zona di interesse selezionabile sulla mappa, di individuare tutti gli impianti presenti, comprese le pompe bianche, e i prezzi aggiornati, giorno per giorno, di tutti i carburanti erogati nel punto vendita.
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