Non c’è pace nel mondo della burocrazia dell’usato, oggetto di cinque provvedimenti dal 2020 a oggi. In base al decreto dirigenziale numero 89 del 14 marzo 2024, dal 15 aprile per i minipassaggi non si utilizzerà più il Documento unico, introdotto il 4 maggio 2020: servirà un Certificato di minivoltura su carta bianca formato A4, stampato dalla concessionaria di auto che vende vetture di seconda mano (non valido per la circolazione su strada). Parliamo di passaggi a tariffe agevolate che lo Stato ammette quando un’auto viene venduta a un commerciante: il professionista non paga né Ipt (Imposta provinciale di trascrizione) né bollo (tassa di proprietà regionale), e versa metà degli emolumenti normali al Pra (Pubblico registro automobilistico, gestito dall’Aci), come previsto dal decreto Dini 446/1997. Obiettivo del legislatore, semplificare e ridurre le spese: nel 2023, sono state registrate 2,5 milioni di minivolture (+13% sul 2022), con un costo per la modulistica di 400 mila euro.
Cosa indica. Il Certificato di minivoltura, col numero identificativo e la data di emissione, contiene numerosi elementi: in particolare, i dati del veicolo (targa, telaio, omologazione, categoria internazionale, marca e modello, ma anche destinazione e uso, potenza, massa massima e portata). Più le generalità del soggetto intestatario e l’indirizzo della sede o della residenza, nonché il numero progressivo della formalità Pra e la data dell’atto di vendita. Per le istruzioni operative, però, si attende un’ulteriore circolare ministeriale.
Niente noleggi. Dal punto di vista giuridico, con la minivoltura il commerciante proprietario dell’auto possiede una merce, non un bene strumentale: può utilizzarla solo con targa prova e per finalità legate alla tentata vendita. Non può dare la vettura a noleggio a breve termine (per pochi giorni) o a lungo termine (per mesi) incassando una tariffa dal cliente.
Enigma. A novembre 2020, varie ragioni avevano indotto il legislatore ad abolire la stampa su foglio bianco per le minivolture (introdotta a maggio 2020): costituiva un elemento di criticità nelle relazioni tra operatori commerciali e circuito bancario, dando luogo a prassi operative di dubbia legittimità. Era quindi stata introdotta la stampa su modulistica a stretta rendicontazione. Adesso, la stampa su foglio bianco torna: misteri della burocrazia.
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