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Cronaca

Milano Fase 2
Porta Venezia, dove il nuovo tracciato ciclabile blocca mezza città

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I Bastioni fra le ruote, verrebbe proprio da dire. Già alla prima assoluta, lunedì 18 maggio, l’area di Porta Venezia-piazza Oberdan e corso Buenos Aires, a Milano, non ha certo agevolato automobilisti, ciclisti e pedoni. A rendere immobile (e pericoloso) uno snodo fluido prima del lockdown, la nuova pista ciclabile voluta da Palazzo Marino che collegherà San Babila a Sesto San Giovanni, passando per corso Venezia, corso Buenos Aires e viale Monza. Dal giorno del “liberi tutti”, i Bastioni hanno infatti visto file interminabili di auto incolonnate, ciclisti che provavano a farsi largo nel traffico, pedoni confusi, plotoni di vigili al lavoro per sbrigliare le matasse e clacson impazziti.

Vista dal taxi. Il 18 maggio «ha rappresentato senza dubbio un ulteriore nuovo inizio per la città e i suoi lavoratori», ha commentato Emilio Boccalini, presidente di Taxiblu, il più grande consorzio di auto pubbliche di Milano. “Si può già constatare come in alcune zone sia tornato il traffico e, anzi, in altre si è riuscito persino ad acuirlo o crearlo rispetto alla Fase 1. Esempio è “lo snodo” tra piazza all’inizio di Buenos Aires, dove il tracciato ciclabile ricavato con una striscia di vernice a terra, oltre che a restringere la carreggiata, proseguirà sino a Loreto in maniera piuttosto pericolosa e rischiosa per tutti, creando incagli che poi si ripercuoeranno lungo tutti gli assi commerciali dell'area. Chi di dovere spero stia prendendo appunti ed eviti di replicare questi disastri lungo altre strade di Milano”.

La finestra sulla pista. Critiche piovono dal presidente di Automobile Club Milano, Geronimo La Russa. Dalle sue finestre, lo storico palazzo del club di corso Venezia, la segnaletica orizzontale pare disegnare una pista di atletica leggera. Le incomprensibili e profonde trasformazioni, almeno dal punto di vista del reale bisogno di mobilità di una metropoli messa tanto in ginocchio dalla pandemia, hanno cancellato una carreggiata su due, piazzato i parcheggi (anche per disabili) al centro della strada e cancellato di conseguenza qualsiasi possibilità di sostare, anche a pagamento, o di effettuare una fermata: “Nel primo vero giorno di riapertura il piano mobilità del Comune ha dimostrato tutta la sua fragilità. Noi siamo sempre disponibili con i nostri esperti a dare una mano per migliorare la situazione. Purtroppo qualcuno al Comune lo aveva detto, ma non è stato ascoltato”.

Preferenziali "riaccese". Chi non usa mezze misure nel bocciare il nuovo assetto di Porta Venezia, è l'ex vice sindaco di Milano, Riccardo De Corato (FdI): “Il Comune sta facendo tracciare altre righe su tutti i maggiori assi stradali: verrà a crearsi una situazione paradossale, nella quale i ciclisti rischiano la vita e gli automobilisti di investirli, con tutto quello che ne consegue... . Ma la politica dissennata della giunta avanza nonostante le critiche piovute da ogni parte. Intanto la mia petizione online contro queste modifiche chiamate piste ciclabili continua a raccogliere adesioni: a oggi abbiamo superato quota 1.000, segno che la gente è stufa di decisioni piovute dall’alto». E che aggravano i problemi della viabilità cittadina. Per il Comune di Milano, invece, gli ingorghi di piazza Oberdan sarebbero stati causati dai restringimenti del cantiere, ancora aperto, quindi sarebbero disagi temporanei. Del resto, lo stesso assessore alla Mobilità del Comune, Marco Granelli, lo aveva detto in tempi non sospetti: “Ci aspettiamo – aveva dichiarato prima della fine del lockdown – che a partire da lunedì 18 vi sia un nuovo incremento di traffico. Per noi è importante dare sempre la priorità al trasporto pubblico”. Mentre i milanesi, per tanti ed eventi motivi, preferiscono ricorrere ai mezzi personali, la dichiarazione è bastata per riaccendere le telecamere che fanno multe in automatico sulle corsie preferenziali.

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