In casa Bugatti fervono i preparativi per le celebrazioni di un anniversario molto importante. Da qui alla fine dell’anno sono infatti in calendario diversi eventi in cui saranno festeggiati i 110 anni dalla fondazione dell’azienda. Uno dei momenti clou è in programma già nei prossimi giorni, il 16 agosto, quando sarà svelata in California una nuova hypercar, nel corso della Monterey Car Week. Dato però che gli anniversari sono spesso anche un momento di riflessione sul passato, prima del debutto in società di questa sportiva la Bugatti ha voluto rendere omaggio a un periodo importante della propria storia: quello della gestione di Romano Artioli, a cavallo tra la fine degli anni 80 e i primi anni 90. E per farlo, ha fatto riaprire i battenti della leggendaria Fabbrica Blu di Campogalliano, dove fu costruita la EB110, a sua volta rivalutata e non più considerata come la Cenerentola della famiglia.

Nella terra dei motori. Il sito di Campogalliano, che un paio di anni fa fu teatro di uno spettacolare raduno, sorge a pochi passi dall’Autostrada del Brennero, nel cuore modenese delle Motor Valley, poco lontano dagli stabilimenti Ferrari, De Tomaso, Lamborghini e Maserati. Artioli pensò che questo fosse il il luogo perfetto per reclutare manodopera specializzata e trovare fornitori all’altezza dei suoi piani e vi fece costruire un impianto industriale all’avanguardia, che emana ancora un fascino unico. Sviluppata su un’area complessiva di 240.000 metri quadri, la fabbrica di Campogalliano è stata progettata dall’architetto Giampaolo Benedini, fu ultimata in soli tre anni e venne inaugurata il 15 settembre 1990, a 109 anni esatti dalla nascita di Ettore Bugatti.

Un’atmosfera magica. Nonostante la EB110 fosse all’epoca al top per prestazioni e tecnologia con il suo V12 3.5 quadriturbo e la trazione integrale, il mercato le riservò un’accoglienza tiepida. Le linee di Campogalliano, così, sfornarono in tutto appena 96 EB110 GT e 32 EB110 Super Sport e dopo meno di cinque anni la fabbrica chiuse, venendo poi smantellata. Oggi lo stabilimento offre uno scenario un po’ sinistro da scontro post atomico, con capannoni e corridoi deserti e solo pochi oggetti sparsi qua e là a ricordare i fasti dei tempi lontani. La galleria delle immagini propone scorci e dettagli suggestivi e merita di essere sfogliata completamente, dalla prima all’ultima foto. Chi rimanesse affascinato dal posto e volesse magari ammirare dal vivo lo splendido soffitto della hall, che riproduce una ruota della Bugatti Type 57, può provare a contattare lo storico custode della struttura, Ezio Pavesi. Periodicamente i cancelli di Campogalliano si aprono per visite guidate e manifestazioni speciali, cui può valere la pena di partecipare.
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