Ancora Lancia, ancora nostalgia. La Montecarlo Concept è il più recente tributo del designer David Obendorfer a un pezzo di storia automobilistica italiana. Si tratta di una profonda reinterpretazione in chiave moderna della Lancia Beta Montecarlo del 1975, in cui questo ungherese, laureato in Industrial design, classe 1974 – autore, tra l’altro, delle Fiat 127 Concept e 500 Spider/Coupé –, torna a cimentarsi in modo virtuale con un modello di casa nostra, che in molti non hanno dimenticato. Non un progetto ufficiale della Lancia, ma un’iniziativa privata dello stilista.
Passaggio di segmento. Obendorfer attualizza la “Montecarlo” a tal punto da non vederla più come una due posti chiusa o aperta a motore centrale, ma come una moderna Suv compatta sportiva a cinque porte, dalla seguente taglia: lunghezza 4,54 metri, larghezza 1,85, altezza 1,56 e passo di 2,68 metri. E in grado, in ogni caso, di presentare diverse, riuscite, citazioni del modello originale: come il frontale con calandra e gruppi ottici incastonati in una fascia nera e, ancora, la banda scura verticale posta sul montante C, di fianco alle maniglie posteriori a scomparsa. Insomma, non certo un remake, ma un “ponte” tra il passato e un possibile futuro – nella speranza che qualcuno raccolga lo spunto –, grazie al quale esplorare se il design nato per una sportiva di oltre 45 anni fa possa essere trasformato per realizzare una vettura di genere completamente diverso. Un tema, quello dei modelli nati “bassi” e poi evoluti in un format a ruote alte, che abbiamo esplorato di recente in una gallery. Secondo Obendorfer, la sua Montecarlo Concept sarebbe pensata per ospitare un powertrain ibrido plug-in alloggiato nella piattaforma Emp2 del gruppo Stellantis, oggi proprietario del marchio Lancia.

Ritorno alla ribalta. Questi lavori hanno un forte appeal, e il merito di riportare sulla scena modelli che sono rimasti nel cuore degli appassionati. Lo dimostra anche il crescente interesse e sviluppo del settore delle restomod – come la Kimera Automobili EVO37, progettata a partire dalla Lancia Rally 037, a sua volta basata proprio sulla Beta Montecarlo -, delle quali ci siamo diffusamente occupati. Neppure chi scrive può resistere al fascino di quella sportiva della Lancia, perché legato a ricordi memorabili vissuti da bambino: il rumore del motore che proveniva da dietro le spalle, la seduta bassissima, le vibrazioni che scuotevano tutto. E questo con soli 118 cavalli del motore 2.0. Sembrava di stare su un’auto da corsa, e alla fine era ciò che importava davvero.
Tornando a noi: a proposito, voi che cosa ne pensate di prendere spunto dal passato per attualizzare forme e design?
COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it