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Museo dell’autofunebre
Tutt'altro che banali wagon

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C’è un’auto per ogni occasione, anche per l’ultimo viaggio. E c’è chi, intuendo il grande pregio dei veicoli adibiti al trasporto dei defunti, talvolta delle vere e proprie opere d’arte, ha ben pensato di collezionarli. Parliamo di Agostino Fasulo, un giovane campano che ha dato vita al Museo dell’Autofunebre di Atripalda (Avellino). In Italia una struttura unica nel suo genere, dove trovano collocazione 14 veicoli tra “carri” tradizionali e auto di scuola napoletana.

Tutt'altro che banali wagon

Veicoli barocchi. Proprio quest’ultime – caratterizzate da statue, dipinti, candelabri e decorazioni intagliate  a mano – sono il pezzo forte dell’esposizione campana, dove è persino presente uno dei “carri” più grandi al mondo, alto 5 metri e lungo 7. Per realizzarlo sono stati necessari ben due anni di complesse lavorazioni, frutto di un’arte destinata a scomparire: “parliamo di uno stile barocco che è andato perso negli anni 80”, ci spiega Fasulo. “Del resto, gli artisti della scuola napoletana sono venuti a mancare, e i loro figli hanno preferito occuparsi di altro”. In realtà, è anche questione di gusti: “Oggi la società preferisce cose dall’aspetto più semplice, anche nel nostro settore: vale per il veicolo, ma anche per la bara trasportata”, prosegue il giovane irpino.

Tutt'altro che banali wagon

La visita. Come spesso accade alle auto dei musei, vari mezzi della collezione – tra i quali c'è pure un raro “carro” del 1955 allestito sulla base di una Cadillac DeVille – sono apparsi in diversi format televisivi, su Rai1 e D-Max, oltre che nel film “Caccia al tesoro” di Carlo Vanzina. Chi non si accontenta della tv e vuole ammirarli dal vivo può invece visitare gratuitamente la struttura di Atripalda, chiamando il numero 3286285189.   

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