Le Case, si sa, stanno abbandonando i modelli entry level, che hanno in genere margini di guadagno piuttosto ridotti sulla singola unità al contrario di mezzi più grandi e gettonati. Ecco perché, nonostante il loro successo su alcuni mercati - a cominciare da quello italiano - le economiche citycar sono ormai merce rara tra i listini: fanno eccezione le elettriche, tra cui non mancano novità, anche se ben più costose.
Ampia scelta. In Giappone, al contrario, chi desidera una citycar a benzina può beneficiare di un’ampia offerta di modelli pensati per il mercato interno, quasi tutti con una lunghezza che non arriva a 3,4 metri. Del resto, le dimensioni ridotte e la cilindrata non superiore a 660 cc sono alcuni dei parametri che la legislazione nipponica offre ai costruttori per identificare le loro auto bonsai come kei car, vetture alle quali sono riservati vantaggi fiscali e assicurativi. Alcune loro declinazioni, colorate e sfiziose, farebbero la felicità degli automobilisti dei centri italiani dove il traffico e le strade strette abbondano, al contrario dei parcheggi. Abbiamo raccolto alcuni esempi nella nostra galleria d’immagini, in occasione dell’imminente Tokyo Auto Salon 2022.
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