Il muso aguzzo si sviluppa verso l’esterno, come su una F.1. La Ferrari Enzo è un caccia terrestre che “vola” oltre i 350 km/h. Un bolide di nome e di fatto, perché omaggia il mitico fondatore del marchio, anche grazie alla sua tecnologia. Quella dei materiali, dell’aerodinamica e dell’interfaccia uomo-macchina: in particolare, quest’ultima proietta la Enzo nella dimensione moderna delle supercar, quella in cui il volante è pieno di pulsanti e in cui, dietro la corona, ci sono i grandi paddle del cambio sequenziale (che, in Ferrari, ha esordito sulla 355 F1 Berlinetta del 1997). Un format che si ritrova, aggiornato, sui Cavallini di oggi e che rende la guida diretta come il pensiero. Oltre a coinvolgere al massimo le fantasie degli appassionati.

Ah, Parigi... Sul palcoscenico, la Ferrari Enzo sale vent’anni fa, al Salone di Parigi del 2002, degna erede della F 40 e della F 50. È l’era di Michael Schumacher e dei suoi trionfi con la Rossa in F.1. La Enzo, realizzata in soli 399 esemplari, stupisce subito e fa sognare per le sue forme. Sotto, vanta una scocca leggera - peso a secco della vettura, 1.255 kg - realizzata con fibre di carbonio e alluminio, e sfrutta il titanio per molti particolari delle sospensioni a quadrilateri e del motore. Già: dietro i due posti c’è un favoloso dodici cilindri aspirato, con bancate a V di 65 gradi, posizionato longitudinalmente. Fa parte di una nuova famiglia, derivata dalle unità di di F.1 (all’epoca, il V10 di 3.0 litri), col “dodici” di 5.998,80 cm³ in grado di erogare 660 CV a 7.800 giri e 657 Nm di coppia (disponibile in gran parte già ai regimi medio-bassi). Straordinarie le prestazioni, anche grazie al cambio sequenziale elettroidraulico a sei rapporti: 0-100 in 3,65 secondi, 0-1000 metri in 19,6, con passaggi di marcia in 150 millisecondi. La velocità massima è indicata in un generico “oltre 350 km/h”, come se il bolide rosso non avesse limiti. Inoltre, per la prima volta su una Ferrari stradale, vengono adottati dischi freno di materiale carboceramico (Ccm), un impianto sviluppato dalla Brembo.

Aerodinamica attiva. Mai come sulla Enzo, lo stile Ferrari è stato così strettamente legato alla funzione. La Pininfarina disegna magistralmente un corpo vettura volitivo, che stacca col passato, non piccolo (è lungo 4,7 metri e alto 1,15), dalle forme complesse e scolpite, con porte che si aprono a farfalla (un’originalità, per la Casa di Maranello). L’aerodinamica assume un’importanza notevolissima in una vettura dalle prestazioni così elevate: non c’è più la vistosa ala posteriore della F40, ma un raffinato e integrato pacchetto “attivo”. Pensata per l’ottimizzazione dell’aderenza a ogni velocità, la Enzo è dotata di sistemi per la regolazione automatica dell’altezza da terra (le sospensioni sono a controllo elettronico), in funzione della velocità e del carico aerodinamico richiesto. A tale scopo sulla Enzo ci sono due flap sul muso e un profilo posteriore mobili che consentono di variare il flusso d’aria che conduce al fondo piatto della vettura. Ciò permette di avere un effetto Venturi di intensità variabile. Soluzioni innovative per un bolide che guardava al futuro e che è arrivata fino a noi, entrando di diritto nella galleria dei capolavori del Cavallino rampante.
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