Un noir alla milanese, coinvolgente come non se ne vedevano da tempo. L’uscita nelle sale di L’ultima notte di Amore, con Pierfrancesco Favino, è l’occasione per riscoprire un universo parallelo fatto di un mix di celluloide (anche se nell’era del digitale il film è girato in pellicola, ndr) e passione per i motori. Due mondi che si intrecciano, che solo apparentemente vivono di vita propria ma che si confondono e si mescolano tra loro per l’esigenza delle case di produzione di reperire i veicoli di scena per cui qualcuno dovrà necessariamente dar vita a una ricerca.

Tocca a CinemAlfa. Con l’auto si intrecciano storie, si attraversano decenni e vicissitudini del Paese, politiche e di cronaca (molto spesso nera) e la conseguente scelta di "quella giusta" da portare sul set a cura di collezionisti ed appassionati, non solo della settima arte. Perché l’automobile è parte integrante del nostro tessuto quotidiano, delle strade, della nostra vita ed è necessario che la scena abbia l’auto giusta accanto al suo interprete. Così, per questa nuova pellicola del regista Andrea Di Stefano, il bisogno di creare un’ambientazione in cui l’automobile recitasse un ruolo da protagonista, ha indotto gli ispettori di produzione a rivolgersi a CinemAlfa.

Modelli da thriller. L’associazione oggi vanta quattro sedi e annovera la partecipazione dei suoi iscritti ai più importanti progetti cinematografici nazionali in cui sono stati impegnati veicoli storici: All the money in the world di Ridley Scott, Notti magiche, Noi e la Giulia, Andrà tutto bene e le fiction La strada dritta, Il commissario Maltese, L’isola di Pietro, Carlo e Malik per la Rai, 1993 e 1994 per Sky, solo per citarne alcuni. In questo caso, però, dopo la collaborazione del 2019 sul set bergamasco di L’uomo senza gravità di Elio Germano (dove il club aveva proposto diverse vetture anni 70 e 80, tra cui la Fiat 125 azzurra utilizzata dal protagonista), la Indiana Production ha inteso avvalersi della consulenza del club anche per la selezione di vetture moderne. Così, BMW Serie 7 e X5, Alfa Romeo Giulia e Giulietta, Porsche Cayenne, Jeep Renegade, Fiat Grande Punto e 500, oltre ai veicoli istituzionali in livrea Polizia di Stato e Carabinieri (questi forniti da una società specializzata del settore), hanno "vissuto" il set tra maggio e luglio dello scorso anno, giorno e notte, con un impegno continuo e costante.

Auto protagonista. La grande metropoli in notturna, quella che diventa teatro di vicende neanche pensabili altrove: lì, nel suo hinterland, in un sottopasso di recentissima realizzazione non ancora aperto al traffico, molte delle auto impiegate nelle riprese sono diventate esse stesse il set. Già, perché in quel cunicolo di cemento, gli attori hanno vissuto l’abitacolo come luogo di incontro e di scontro. Che poi, a pensarci bene, è quello che accade nella vita reale, quando nel tragitto dall’aeroporto al luogo dove avrà luogo l’importante riunione, il manager di turno conclude i suoi affari rispondendo alle mail ed effettuando le telefonate. Ecco, in senso più stretto e tornando alla trama del film, è un po’ quello che fanno anche i loschi protagonisti di questa storia.

Una Multipla (anzi, due) da "sacrificare" . In quella Fiat Multipla data alle fiamme vi è molto del lavoro dello staff di CinemAlfa, con una ricerca quasi spasmodica di due vetture identiche da utilizzare durante le riprese che, in questo caso, non potevano certo essere di un collezionista, né avere colore ed accessori diversi l’una dall’altra. Concessionarie, inserzionisti privati e dealer: tutti contattati in pochi giorni, per una ricerca e selezione da effettuare rapidamente, prima che le stesse venissero vendute. Una scelta veicolata dalla regia, per la quale si era pensato inizialmente anche ad altri modelli (Kia Sorento di inizio millennio, in primis). Due vetture rese poi inservibili che, tra una scena e l’altra, sono state preparate per l’esplosione dagli addetti agli effetti speciali che, accanto agli stuntman impegnati nelle scene di movimento più rilevanti, sono immancabili in un film del genere. Ma al di là dell’episodio, vanno sottolineate la dedizione e l’accuratezza necessarie nel dover mediare tra le esigenze cinematografiche (con tutte le sue logiche: costi, caratterizzazione, allestimento della vettura e destinazione d’utilizzo) e l’attenzione del collezionista che possiede la vettura da proporre al ciak. Ed è per questo che, come in questo film, la professionalità fa la differenza.
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