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Le storie e le auto delle nostre estati: da quelle che hanno inaugurato la motorizzazione di massa a quelle che ci accompagnano tutti i giorni, o che popolano i nostri sogni e ci fanno guardare lontano. Buona lettura sotto l’ombrellone! E buone vacanze

Curiosità

Estate italiana
Anni 70, il "gelo" della crisi petrolifera

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È finita la pacchia. O almeno, per un po’ bisogna rinunciarci. A voler fare un paragone con le stagioni dell’amore, gli anni 50 per gli italiani sono stati il corteggiamento (dell’auto), i 60 il fidanzamento e i 70 sarebbero dovuti essere quelli delle nozze in pompa magna… Invece, va tutto a monte: signore e signori, è arrivata la crisi petrolifera.

Peccato, perché il decennio sembrava partito all’insegna di viaggi ormai per tutti. Grazie alla diffusione delle pellicole Instamatic della Kodak, poi, le vacanze erano diventate ricordi da far vedere a chi era rimasto a casa. Per farli crepare d’invidia: insomma, una prova generale di quello che faranno i social mezzo secolo dopo.

Purtroppo, nel 1973 succede qualcosa che gela tutti. Vacanzieri compresi: la guerra del Kippur. Che fa schizzare alle stelle il prezzo del petrolio. E di colpo il mondo torna indietro di 20 anni. In Italia si circola a targhe alterne o addirittura con cavalli e carrozze (come quella del presidente Leone, che è costretto a lasciare nei garage del Quirinale la Flaminia da parata). Ma non basta, negozi e fabbriche chiudono prima e il telegiornale della Rai viene anticipato di mezz’ora. Poi tutti a nanna che bisogna risparmiare. Insomma, la nuova parola d’ordine è austerità.

Di questi tempi, vacanza vuol dire ancora villeggiature per pochi e domeniche fuori porta per chi può. Il mare, sarà per la vicinanza alle città più popolose, vince sempre a mani basse (quasi il 60% contro l’11 di montagna e campagna messe insieme). Eppure, il concetto di turismo comincia a entrare negli ingranaggi comunitari (anche se la sua importanza verrà sancita solo col Trattato di Maastricht di vent’anni dopo). Morale: nel 1975 l’Italia è la prima destinazione turistica al mondo. Merito delle nostre bellezze, certo, ma anche di un marketing aggressivo: in una pubblicità americana dell’Enit, che in questi anni diventa Ente Nazionale per il Turismo, le vacanze nel Belpaese venivano vendute con lo slogan "Italy, where hospitality is an art” (Italia, dove l’ospitalità è un’arte). Ma, soprattutto, con un allettante 35% di sconto sulla benzina e l’assistenza stradale gratuita.

Anni 70, il  "gelo" della crisi petrolifera

Gli anni 70 passano alla storia anche per i voli interstellari. Si scopre che Urano ha i suoi anelli e la vita nello spazio pare una cosa alla portata di tutti: due astronauti russi tornano sulla terra dopo esserci stati addirittura 139 giorni. Sembrano cose dell’altro mondo, eppure riguardano anche questo. Perché Meteosat, il primo satellite geostazionario europeo appena lanciato, servirà ai meteorologi per “vedere” cosa succede sopra le nostre teste. E prevedere il tempo che farà domani.

Visto che i consumi erano il tasto dolente delle macchine degli anni del boom, negli autosaloni ne arrivano di nuove. Quasi astemie, certo, ma non meno rivoluzionarie. Come la 127 (1971), la mamma di tutte le hatchback della Fiat, che farà innamorare le signore e sdoganerà la carrozzeria a due volumi anche tra gli automobilisti più conservatori. Nel frattempo la 500 cede il posto alla 126 e per gli sportivi, sempre da Torino, arrivano le 124 (soprattutto coupé e spider). Mentre l’Alfa Romeo cala un imbattibile tris d’assi: Alfasud, Alfetta e Giulietta. La prima è un tutto davanti col motore boxer (e un gran baule, fortemente voluto dal suo “papà”, Rudolf Hruska), mentre le altre ripropongono il sistema transaxle che aveva reso immortali le Lancia Aurelia di 20 anni prima. Ma se gli anni 60 andavano di corsa, questi vanno addirittura di fretta: basta pensare che il decennio che comincia con le linee ancora tondeggianti della 127 fa a tempo a chiudersi con il postmodernismo di un’auto come la Ritmo.

Ci sono tre cose che descrivono bene il clima del periodo, caratterizzato, appunto, dalla crisi energetica, oltre che da una cronaca sempre più nera (che, al di là della guerra mediorientale, sconvolge gli italiani con un paio di omicidi eccellenti: quelli di Pier Paolo Pasolini e di Aldo Moro). La prima è una boccata d’aria: per fortuna dalle acque della Calabria, in quel di Riace, riaffiorano due bronzi che riportano l’arte in prima pagina. La verità è che si ha un gran bisogno di sognare e i lettori di tutto il mondo lo fanno sulle pagine de "Il gabbiano Jonathan Livingston", il bestseller dello scrittore americano Richard Bach, mentre al cinema escono due pellicole che raccontano, guarda caso, anni più spensierati di questi: "Amarcord" di Fellini (con la sua Italia che non c’è più) e "American Graffiti" di George Lucas (quando l’America era ancora innocente). In realtà, l’Oscar come miglior tormentone va alla Piaggio e ai suoi caroselli dedicati alle "sardomobili". Slogan come “le sardomobili hanno cieli di latta, liberi chi Ciao" o "Le sardomobili ci rubano l’aria, respira chi Vespa", sono moderni e decisamente ficcanti. E portano una ventata di contestazione in prima serata.

Nelle mica tanto calde estati italiane (visto che quelle degli anni 70 sono passate alla storia come tra le più "bagnate" di sempre) tornano le bibite che, nonostante i nomi moderni, sono i soliti grandi classici nostrani: come l’orzata e la "bomba" (che altro non è che uno zuccheratissimo sciroppo di latte di mandorla). Un bicchiere costa 100 lire nei bar di città e 200 in quelli dei "grill" sulle autostrade. Sotto gli ombrelloni spunta una nuova lettura quotidiana, la Repubblica di Eugenio Scalfari (nata nel 76). Ma gli argomenti più scottanti del decennio arrivano da Roma (e limitrofi) nel 1978: la crisi presidenziale che vede dimettersi Leone (ed eleggere il partigiano Sandro Pertini) e la nomina di quell’Albino Luciani che sarà papa Giovanni Paolo I per meno di un mese. 

Ma alla fine del decennio la musica cambia, Sony lancia il Walkman e, non contenta di aver inventato il gadget per i paninari degli anni 80, insieme a Philips sta già preparando la prossima rivoluzione tecnologica: il Compact Disc.

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