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La Delta di Giovannino Agnelli
Unica, speciale, immacolata. E invenduta

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L’ultima volta che ho visto Paul Baker ero ancora un ragazzino e saltavamo sulle strade dei Cotswolds, in Inghilterra, su una Delta S4 stradale rossa. La sua. Ecco perché quando l’altro giorno mi ha scritto (“devo parlarti di una Delta speciale”), ho drizzato le antenne. Non ho fatto in tempo a rispondergli che su Whatsapp sono cominciate ad arrivarmi le immagini che vedi qui sopra: quelle di questa Evo 1, con la sua classica livrea Martini Racing.

La mia reazione? La verità è che non sono saltato sulla sedia: bella è bella, ma non riuscivo ancora a vederci lo “speciale” che c’era dietro (e dentro). Comunque sia, non ho tempo di rifletterci su, perché il telefono squilla subito: è Paul. Rispondo. All’inizio, lo ammetto, ci capisco poco, e non per la lingua (l’inglese di Paul si beve come una bella birra alla spina in una calda giornata d’estate), ma perché, per rimanere metaforicamente al pub, non devo sorbirmi solo una mezza pinta: qui serve un’intera autobotte. Già: sulla 44 / AG (e cito il numero di serie della targhetta che c’è dentro) ci si potrebbe scrivere un libro. Ecco i capitoli.

Unica, speciale, immacolata. E invenduta

Appena uscita dalla linea di montaggio, a fine 1992, questa Delta viene messa da parte, per il rampollo di casa Fiat: Giovannino, il figlio di Umberto (Agnelli). È qui che la storia comincia a diventare “speciale”. L’elaborazione, affidata alle sapienti mani dell’Abarth (e della Autec di Orbassano, la fabbrica dei sogni di Giacosa), trasforma questo esemplare stradale in un vero e proprio banco di prova per sperimentare soluzioni da adottare sulle vetture da corsa che verranno (come il sistema di raffreddamento dei dischi anteriori o il comando elettrico dello spoiler posteriore). Nel pacchetto è compresa anche la riprogrammazione della centralina, che fa balzare la cavalleria a quota 280 CV (mantenendo scarico e motore originali). E per finire, la ciliegina sulla torta: un impianto stereo, nascosto dietro al coperchio con la livrea Martini Racing, dello stesso fornitore del Concorde che fu.

Morale della favola? La Delta, che adesso vive felicemente al di là della Manica, dopo un restauro totale era pronta per tornare a macinare chilometri, questa volta in Sudafrica. Poi, però, i piani del proprietario sono cambiati e la Evo 1 è stata messa in vendita. Ma tutto questo succedeva più di un anno fa. E infatti la notizia non è che sia in vendita, ma che lo sia ancora. Per alcuni anonimi (ma tutt’altro che sconosciuti) esperti padovani, molta colpa ce l’avrebbe il prezzo richiesto, adesso assestato in zona 300.000 euro (trattabili). Eppure per un Deltaholic come Paul è impossibile che un’auto con questa storia (e queste caratteristiche) non finisca nelle mani di un appassionato, meglio se italiano (per la cronaca: reimmatricolata in UK, le sue belle targhe “TO” ci sono ancora). Insomma, via alle telefonate…

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