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Ferrari 312T
Il destriero di Lauda - VIDEO

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Non doveva fare il pilota, Niki Lauda. Cresciuto in una famiglia borghese viennese, avrebbe dovuto occuparsi di finanza, non di corse. Ma a 19 anni scelse un’altra strada: mollò l’università, chiese prestiti alle banche e inseguì il suo sogno. Lauda non era il talento istintivo, il funambolo che guida “di pancia”: era razionalità, metodo, calcolo. Un approccio che, unito alla sua determinazione feroce, lo portò in pochi anni al tanto agognato titolo iridato a bordo di una Ferrari 312T come quella che troverete in questo documentario, dedicato alle tre italiane che nel 1975 salirono sul gradino più alto del podio nelle rispettive categorie.

Ferrari 312T - Legends: le leggende dell'auto

Il punto di svolta fu l’ingresso in Ferrari nel 1974. Enzo Ferrari vide in lui qualcosa di raro: un pilota veloce, ma anche capace di dialogare con gli ingegneri, primo fra tutti Mauro Forghieri. In un momento complicato per la Scuderia – senza vittorie e con una monoposto, la 312B3, competitiva ma non tanto da portare a casa il titolo – serviva una rivoluzione tecnica. Forghieri la trovò ruotando di 90 gradi il cambio e sviluppando un nuovo telaio con radiatori spostati all’interno del passo: nacque così la Ferrari 312T, dove la “T” indicava proprio quel cambio trasversale che avrebbe definito le doti dinamiche della monoposto.

Con quella vettura, Lauda nel 1975 vinse cinque Gran Premi e il titolo mondiale. Ma fu nel 1976 che il suo nome si trasformò in leggenda. Dopo un inizio dominante, l’incidente al Nürburgring cambiò tutto: ustionato, gravemente ferito, ricevette l’estrema unzione. E invece, solo 42 giorni dopo era di nuovo in griglia, a Monza. Col volto segnato, certo, ma con la mente lucida come sempre. Il mondiale sfuggì per un solo punto, ma comunque Lauda conquistò il rispetto assoluto del mondo intero. Il secondo titolo arrivò nel 1977, poi l’addio alla Ferrari e un primo ritiro. Ma nel 1982 tornò con McLaren, e due anni dopo, nel 1984, vinse il terzo titolo per mezzo punto. Una vittoria costruita con l’intelligenza, l’esperienza, la capacità di fare la cosa giusta al momento giusto.

Dopo il ritiro definitivo, Lauda non lasciò mai davvero la Formula 1. Fu protagonista del ritorno della Mercedes in F1, artefice dell’ingaggio di Lewis Hamilton, mentore silenzioso ma autorevole. Morì nel 2019, a 70 anni, lasciando un vuoto che ancora oggi pesa nel paddock. La Ferrari 312T era nata per vincere, ma è grazie a un uomo come Lauda che è entrata nella storia. E alla fine, come spesso succede nel motorsport, non si può raccontare l’una senza parlare dell’altro. Buona visione!

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