Il tema delle energie pulite è uno dei punti in sospeso nell'agenda del Governo. Un fatto che agita gli animi dei rappresentanti del settore. "Mentre l'Europa ci chiede di raggiungere precisi obiettivi in termini di produzione di energia verde, in Italia il proliferare di provvedimenti e norme, talora di segno opposto, impedisce di comprendere quale sarà la politica nazionale delle fonti rinnovabili per i prossimi anni". Agostino Re Rebaudengo, presidente di Aper (Associazione produttori del settore), interviene sul tema dalle pagine del periodico Nuova Energia e sottolinea un'esigenza primaria: "Il settore ha bisogno di certezze normative per poter programmare le iniziative future".
L'esempio della Germania. Re Rebaudengo ha portato l'esempio della Germania, un Paese che "mentre lavora alla graduale uscita dal nucleare, sta programmando lo sviluppo delle rinnovabili guardando ai prossimi 40 anni con obiettivi ambiziosi, ma realistici. Si ipotizza che nel 2050 almeno l'80% dei consumi elettrici dovrà provenire da fonti rinnovabili, a fronte del 20% del 2011. Il tutto - ha proseguito - senza che si agiti lo spettro dell'aumento del prezzo dell'energia elettrica imputandolo alle rinnovabili, come invece da tempo accade in Italia".
Lavoro e vantaggi economici. Uno studio condotto recentemente dell'Università Bocconi ha evidenziato i vantaggi economici - oltre a quelli ambientali - legati allo sviluppo delle fonti rinnovabili: "Corrispondono - ha sottolineato il presidente di Aper - a 76 miliardi di euro. L'occupazione passerà dagli attuali 130.000 addetti a 266.000 nel 2020". Una prospettiva interessante che rischia, però, di essere vanificata. "Bloccare il settore porterebbe a una nuova e inesorabile emarginazione del nostro Paese rispetto alle politiche europee, rinunciando tra l'altro a una serie di benefici: dalla possibilità di essere capofila nello sviluppo delle tecnologie verdi, all'indipendenza dalle fonti fossili e soprattutto dagli approvvigionamenti esteri, alla creazione di nuovi posti di lavoro qualificati". R.Bar.
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