Servizi
How to
Fleet&Business
FORUM
seguici con
NEWS
seguici con
LISTINO
seguici con
USATO
seguici con
Servizi
seguici con
How to
seguici con
Fleet&Business
seguici con
Industria e Finanza

La manovra
Regno Unito, incentivi e nuove tasse sulle elettriche: la strategia “bastone e carota”

SFOGLIA LA GALLERY

Negli ultimi anni è diventato sempre più chiaro che l’adozione delle auto elettriche in Europa è influenzata pesantemente dalle decisioni delle istituzioni nazionali e comunitarie. Emblematico il caso degli incentivi disponibili in alcuni Paesi, oppure delle limitazioni imposte da singole nazioni come la Norvegia e dai regolamenti Ue sulle emissioni. In altre parole, la politica ha assunto un ruolo di primo piano rispetto al mercato, ossia i consumatori. In tal senso, l’ultimo esempio arriva dal Regno Unito: la manovra finanziaria per il 2026 prevede non solo incentivi all’acquisto di auto elettriche, ma anche l’introduzione di nuove tasse.

In altre parole, si può ben parlare di una strategia “bastone e carota", con effetti tutti da valutare visto che l’elettrico ha ancora molta strada prima di diventare una tecnologia veramente di massa. E la prova arriva proprio dal mercato britannico: Londra ha imposto chiari obiettivi con il cosiddetto “mandato Zev” che prevede per il 2030 la vendita di sole auto alla spina, ma finora la risposta è stata tiepida e senza le campagne promozionali delle Case e la reintroduzione degli incentivi il percorso verso il tutto elettrico sarebbe irto di ostacoli.

Regno Unito, incentivi e nuove tasse sulle elettriche: la strategia “bastone e carota”

Prima gli incentivi

Le ultime decisioni del governo sono un presagio di quanto avverrà un po’ dovunque in Europa: se le elettriche diventeranno di massa, allora dovranno per forza di cose subire un trattamento fiscale analogo a quello delle auto termiche anche per compensare i mancati incassi delle accise sui carburanti ed evitare buchi ai bilanci statali. Prima, però, bisogna agevolarne l’acquisto. A tal proposito, il budget 2026 presentato dal Cancelliere dello Scacchiere, Rachel Reeves, include nuovi fondi a favore del programma di sussidi denominato Electric Car Grant: ai 650 milioni di sterline già stanziati in estate fino al 2028/2029 si aggiungono ulteriori 1,3 miliardi.

Dunque, il piano, prorogato al 2030, cuba complessivamente poco meno di 2 miliardi. Con le nuove risorse sarà possibile aumentare gli attuali incentivi all’acquisto di Bev: un massimo di 3.750 sterline per vetture con un prezzo di listino di 37 mila sterline. Per ora, però, non ci sono dettagli sulle modalità di erogazione e comunque l’intero piano deve prima passare l’esame del Parlamento. Il governo ha anche stanziato 200 milioni e ha varato una serie di agevolazioni fiscali e normative per favorire la costruzione di punti di ricarica. 

Regno Unito, incentivi e nuove tasse sulle elettriche: la strategia “bastone e carota”

Poi c'è l'obbligo

Ovviamente, il governo spera che i nuovi sussidi diano finalmente una scossa al mercato delle elettriche. Finora, le vendite di Bev sono state sostenute dalle forti campagne promozionali che le Case sono state obbligate a varare per rispettare gli obblighi del mandato Zev, ma non è bastato a raggiungere i target: nel 2024 le elettriche sono arrivate al 19,6% delle immatricolazioni, a fronte dell’obiettivo del 22%. Anche per questo sono stati reintrodotti gli incentivi e sono state allentate alcune disposizioni dello stesso mandato per garantire maggiori “flessibilità” ai costruttori sul rispetto degli obblighi (per esempio, sono state varate delle deroghe per le ibride plug-in fino al 2035).

Tuttavia, le vendite per quanto in crescita non hanno raggiunto i livelli necessari per porre le Case sulla buona strada per rispettare gli obblighi. Quest’anno le auto a zero emissioni dovranno raggiungere una quota di mercato del 28% circa, ma nei primi dieci mesi dell’anno, secondo i dati dell’associazione Smmt, si sono attestate al 22,4% (solo con l’11% delle Phev si arriva al 33%). Il mandato impone poi crescenti target annuali: si va dal 33% del 2026 al 38% del 2027, fino all’anno spartiacque del 2028, quando dovranno balzare fino al 52% (si arriva all’80% nel 2030, con il restante 20% di Phev, e quindi al 100% nel 2035). 

Infine, le tasse

Se il percorso verso il 2030 e il relativo divieto alla vendita di auto a benzina e diesel tradizionali sarà rispettato, è ovvio che le casse statali rischiano di subire un buco a causa del mancato incasso delle accise sui carburanti. Per evitare questo rischio, la manovra introduce la contestata tassa sulle percorrenze. Denominata Electric Vehicle Excise Duty (eVED), dovrebbe aumentare il costo medio annuo del possesso di un veicolo elettrico di 276 sterline. L’imposta è stabilita in 3 pence per miglio percorso e riguarda anche le Phev anche se in misura minore (1,5 pence) visto che i proprietari pagano anche le accise quando fanno il pieno. Secondo l'Office for Budget Responsibility (OBR) il Tesoro incasserà 1,1 miliardi dalla nuova tassa nell'anno fiscale 2028/29 e 1,9 miliardi entro il 2030/31.

La manovra, però, include ulteriori disposizioni a carico dell’auto. Il governo, infatti, vuole aumentare da settembre 2026 le stesse accise su benzina e diesel, ridotte da 57,95 a 52,95 pence al litro nel 2022 dall’allora cancelliere Rishi Sunak per alleviare gli effetti della guerra in Ucraina. Se approvato, sarebbe il primo aumento dal 2010. 

COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO

ultimo commento
ultimo intervento

La manovra - Regno Unito, incentivi e nuove tasse sulle elettriche: la strategia “bastone e carota”

Siamo spiacenti ma questo utente non è più abilitato all'invio di commenti.
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it