Sulla carta, la legge del governo Draghi del 4 agosto 2022 suona bene: bonus wallbox e colonnine condominiali con incentivi fino a 1.500 euro per le persone fisiche e fino a 8.000 euro per gli edifici, pari all’80% del prezzo di acquisto e posa delle infrastrutture per la ricarica. Peccato che, tra decreti direttoriali in ritardo, tempi stretti e procedure farraginose, serva molta fortuna per ottenere il rimborso da parte dello Stato. Per cominciare, è un rimborso, non uno sconto alla fonte: chi fa domanda per tempo, corredata di una documentazione molto articolata, potrebbe ottenere l’accredito su conto corrente a distanza di parecchi mesi. Una sorta di scommessa. “Più che un incentivo, questa è una sanatoria”, dice Andrea Cardinali, direttore generale Unrae (Unione Case estere). Inoltre, per tutto il 2022, senza il provvedimento attuativo necessario, i bonus sono rimasti bloccati. L’esecutivo Meloni ha ereditato il problema, tentando di risolverlo con un provvedimento del 5 ottobre 2023: dal 19 ottobre al 2 novembre scorsi si poteva chiedere il contributo retroattivo per le installazioni effettuate dal 4 ottobre al 31 dicembre 2022 con un fondo di 40 milioni di euro. E per il 2023? Finanziamento identico: per le installazioni effettuate dall’1 gennaio al 23 novembre: la domanda può essere presentata dalle ore 12 del 9 novembre sino al 23 di questo mese.
Un rompicapo. Gli interessati dovranno usare la piattaforma online, con le richieste che verranno ammesse all’istruttoria secondo l’ordine cronologico di presentazione: prima la si fa, e maggiori sonno le possibilità di ottenere il bonus. Ci sarà il classico click day, col rischio di sovraffollamento nella piattaforma web, tale da mandarla in tilt. L’accesso potrà essere effettuato tramite sistema pubblico di identità digitale (Spid), carta d’identità elettronica (Cie) o carta nazionale dei servizi (Cns): dopodiché, si potrà compilare il modulo elettronico.
Wallbox privati, cosa serve. I documenti da caricare sono parecchi: la copia delle fatture elettroniche relative all’acquisto e all’installazione dell’infrastruttura, più gli estratti del conto corrente dal quale risultino i pagamenti connessi alle fatture elettroniche. I pagamenti dei titoli di spesa oggetto di richiesta di erogazione devono essere effettuati attraverso un conto corrente intestato al soggetto beneficiario (per mezzo di bonifici bancari o Sepa Credit Transfer, oppure mediante carta di credito o di debito). Necessaria anche la relazione finale relativa all’investimento realizzato e alle spese sostenute, ma serve pure l’idonea certificazione di conformità rilasciata da un installatore, che attesti l’avvenuta installazione dell’infrastruttura. C’è l’obbligo di utilizzo di una PEC (Posta elettronica certificata) e chi ha venduto l’infrastruttura non può aiutare il cliente. Se tutti i dati sono corretti e se il caricamento della documentazione viene completato senza problemi, si dovrà attendere l’esito della propria richiesta: difficile avere il bonus, anche per via del fondo piuttosto esiguo di 40 milioni di euro, nemmeno sufficiente per 30 mila wallbox da 1.300 euro ognuna.
Colonnina condominiale, quasi impossibile. Indispensabili il codice fiscale del condominio e gli estremi del documento d’identità dell’amministratore. Con dichiarazione di quest’ultimo di essere in possesso dei requisiti di legge delle “Disposizioni per l’attuazione del Codice civile e disposizioni transitorie”, o del condomino delegato per i palazzi fino a otto partecipanti. Serve la delibera assembleare di autorizzazione dei lavori sulle parti comuni, con la dichiarazione da parte dell’amministratore che questa delibera non sia stata impugnata. Più la copia delle fatture elettroniche relative all’acquisto e all’installazione dell’infrastruttura di ricarica. Necessari i vari estratti del conto corrente dal quale risultino i pagamenti, la relazione finale, l’idonea certificazione di conformità.
Minimo tre mesi. Entro 90 giorni dalla data di chiusura dello sportello, il ministero delle Imprese emanerà il decreto di concessione ed erogazione dei contributi, nel rispetto dell’ordine cronologico di ricezione delle domande. Successivamente (non viene specificato quando…), scatta l’eventuale accredito su conto corrente.
Incentivi non sovrapponibili. C’è anche chi ha installato la wallbox sfruttando il vecchio superbonus 110%: altro incentivo di una normativa diversa, che ha permesso di far lievitare da 100 mila a 400 mila il numero di stazioni domestiche. Quel contributo statale non si può sommare all’attuale bonus.
Altro anno, altro giro? Ricapitolando: la legge è del 2022, i decreti direttoriali sono arrivati a fine 2023 e per le richieste ci sono pochissimi giorni. Nel 2024, si potrebbe giocare la terza partita dei bonus, grazie a 20 milioni di euro più i fondi avanzati nel biennio precedente. Nel caso, l’auspicio è che il decreto venga emanato in tempi ragionevoli, per consentire ai consumatori di predisporre con agio la certificazione. Senza affidarsi alla ruota della fortuna.
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