Sta finalmente per scoccare l'ora X. Quella del debutto commerciale in India della Tata Nano. Dopo una serie infinita di annunci e smentite, degna di una soap opera, la low cost da 100.000 rupie (al cambio attuale circa 1.500 euro, ma il prezzo dovrebbe lievitare leggermente) farà il suo esordio ufficiale il 23 marzo, anche se la Casa indiana comincerà ad accettare le prenotazioni solo a partire dalla seconda settimana di aprile.

Il sito tedesco www.bild.de pubblica un'intervista esclusiva con Ratan Tata in cui il numero uno del Gruppo indiano annuncia che a Ginevra debutterà la versione europea della low cost. Ne riportiamo i passaggi più interessanti.

Mister Tata, lei è a capo di uno dei più grandi gruppi industriali dell'India, 100 imprese con circa 350.000 dipendenti. Come combattete una crisi così pesante?
La crisi, in India, sta avendo effetti devastanti. Non possiamo semplicemente sopprimere posti di lavoro e chiudere fabbriche, dobbiamo trovare il modo di portare le nostre aziende oltre la crisi. Non ne avevamo mai affrontata una di tale gravità.

In Germania gli incentivi alla rottamazione prevedono un contributo di 2.500 euro. Voi volete costruire un'auto per soli 1.500 euro. Si può fare davvero, nonostante la crisi?
Sì, certo. La promessa della Nano sarà mantenuta. Abbiamo avuto qualche problema con il piazzamento della fabbrica. Il nuovo impianto sarà probabilmente finito entro un anno, ma intanto iniziamo la produzione della Nano in altri siti già esistenti a partire dalla fine di marzo. La Nano si farà, sia a benzina sia diesel.

Un'auto a soli 1.500 euro è un progetto ambizioso: ce la farete?
Come ho detto, abbiamo fatto la promessa che la Nano non costerà più di 100.000 rupie e dobbiamo mantenerla, almeno per il primo periodo. È vero, però, che i tempi sono cambiati da quando abbiamo iniziato la pianificazione dell'auto.

La Nano arriverà in Europa?
Sì. Stiamo per presentare una versione europea della Nano al Salone di Ginevra, una variante che rispetta tutte le norme di sicurezza e i limiti di emissioni del Vecchio Continente. Il prezzo potrebbe alzarsi fino a circa 5.000 euro. Teniamo d'occhio il mercato europeo e quello americano, ma vogliamo servire prima quello indiano e vendere lì da 500 mila a un milione di Nano all'anno.

A causa della crisi, i governi potrebbero chiedere ai cittadini di acquistare solo prodotti nazionali. Il libero commercio mondiale è a rischio?
Abbiamo creato un mondo senza frontiere, da cui trae vantaggio la maggior parte dei Paesi e soprattutto dei consumatori. Nessuno vuole nuove barriere e pagare di più solo per proteggere i prodotti indigeni. I consumatori vogliono avere la possibilità di scegliere liberamente fra la più vasta offerta possibile di beni e servizi.