La prima settimana del Master di Race engineering della Quattroruote Academy ha visto protagonista nell’auditorium dell’Editoriale Domus Andrea Adamo, ingegnere e responsabile del reparto Customer racing (Corse clienti) della Hyundai Motorsport, che ha sede ad Alzenau, in Germania. Una testimonianza, la sua, ricca di spunti, vista la vasta esperienza che Adamo vanta nelle corse: dopo aver iniziato come meccanico nei rally, per pagarsi gli studi in ingegneria a Torino (“A 14 anni già dicevo a tutti di voler fare l’ingegnere di auto da competizione…”, ha raccontato agli allievi), Adamo ha lavorato al reparto corse della Lancia, poi nel Dtm, come specialista di aerodinamica, e all’Abarth, nel ruolo di chief designer ai tempi di Luca De Meo. Chiusa quest’esperienza, l’ingegnere piemontese si è trasferito alla Lola, poi alla Porsche, prima di approdare alla Jas Motorsport, che schiera le Honda Civic nel Wtcc: dopo una breve parentesi all’Alfa Romeo, durante la quale ha contribuito alla messa a punto della Giulia, è arrivata la chiamata della Hyundai, decisa ad affidargli il programma di sviluppo delle vetture destinate ai clienti sportivi.
Lezione di vita. Il racconto di queste esperienze, oltre, naturalmente, alla lezione sugli aspetti tecnici della messa a punto delle vetture da pista e da rally, ha tenuto viva l’attenzione degli studenti del Master per un intero pomeriggio. “Molti non vedono il nostro come un vero lavoro, anche nell’ambiente delle corse”, ha raccontato l’ingegnere torinese, “invece lo è: bisogna prenderlo sempre seriamente ed essere pronti a rimettersi in discussione. Al tempo stesso, non bisogna mai esagerare: nel motorsport, spesso, ognuno si sente molto importante, quando, invece, è necessario conservare il senso della realtà e non sovrastimarsi”. Del resto, “pur amando le corse, è necessario ricordare che non sono la cosa più importante del mondo: non siamo, per dire, cardiochirurghi…”. La conversazione, dunque, ha compreso, oltre agli inevitabili temi tecnici (come risolvere i problemi di sotto e sovrasterzo, come regolare i differenziali, meccanici o elettronici, per ottenere i risultati desiderati dai piloti, come tarare ammortizzatori e sospensioni e così via), aspetti molto personali della vita di un ingegnere di pista, sempre in giro per il mondo e, quindi, bisognoso di affetti comprensivi della propria passione per il lavoro. “Rally o pista”, ha sottolineato Adamo, “per me non fanno grande differenza, quello che conta è fare ciò che piace e, soprattutto, si sa fare bene: io ho avuto esperienze in diverse specialità e l’unica di cui non ho un buon ricordo è la Dakar. Non tornerei volentieri a occuparmi di raid, anche se… mai dire mai”.
L’importanza dei clienti. Oggi Adamo si occupa soprattutto dello sviluppo e della gestione della i30 N TCR, allestita dalla Hyundai secondo il regolamento Fia di questa classe, introdotta nel 2012 e molto apprezzata dalle Case: la vettura è pensata in particolare per il l'omonimo campionato, dove ha debuttato vincendo con l’esperto Gabriele Tarquini. “Sempre più costruttori”, spiega Adamo, “sono coinvolti nel settore Corse clienti; questo consente loro di spendere del denaro per realizzare le vetture, ma anche di recuperare gli investimenti vendendo ai team privati le auto, i ricambi e l’assistenza tecnica. Alla fine, magari il bilancio non si pareggia, ma la differenza è ragionevole e viene compensata con il ritorno d’immagine sul piano del marketing”. Per un ingegnere, “il customer racing ha degli obiettivi diversi: non devi badare solo alle prestazioni della macchina, ma anche fare in modo che la vettura sia affidabile e che la tua struttura sia organizzata in modo da poter rispondere tempestivamente a qualsiasi bisogno dei clienti, ascoltando e risolvendo i problemi differenti di ogni team e individuando set-up diversi dell’auto in base alla richieste”. Un mestiere complicato, dunque, ma che apre molte prospettive per i giovani ingegneri appassionati di corse. E che, per Adamo, “è una delle esperienza più belle della mia vita”.
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