Cinquant'anni. E la voglia di fare tante altre bellissime auto per il prossimo mezzo secolo: la festa di compleanno della Italdesign si apre oggi proprio con questo bel proposito, che, devo dirlo, mi riempie di un certo orgoglio italiano. L'azienda fondata da Giorgietto Giugiaro e Aldo Mantovani il 13 febbraio del 1968 ha disegnato di tutto, dalla Panda - la più famosa quattro ruote del Maestro Giugiaro - alla Zerouno delle divisione Automobili Speciali, che realizzano finalmente il sogno di entrare nel settore delle hypercar "few-off" (piccolissime serie per collezionisti). Passando per la Golf prima serie, la Bugatti Chiron, la Q2 e addirittura le auto volanti (qui la nostra gallery dei modelli più celebri).
Pochi ma buoni. Proprio la grande Zerouno, che campeggiava allo stand del Salone di Ginevra 2017 ed è in grado di raggiungere (a Nardò) i 333 km/h è già stata venduta nei cinque esemplari previsti (1,5 milioni di euro, due piazzati a Hong Kong, uno in Russia, uno negli Emirati e uno in Belgio). E all'imminente motorshow svizzero sarà svelata la versione roadster (due sono già prenotate), bellissima e estremamente curata nell'aerodinamica per un abitacolo a prova di spiffero anche a velocità smodate. Ma non è solo la divisione delle ultra-low series a dare soddisfazione alla attuale gestione Audi. Gli affari vanno bene, a quanto pare, visto che, dall'acquisizione del colosso teutonico avvenuta nel 2010, il numero degli impiegati è salito del 30% arrivando a 1.000, di cui 300 ingegneri di ben 19 nazionalità diverse. L'operazione di vendita, dunque, ha allargato moltissimo le attività del gruppo, salvando centinaia di posti di lavoro.
Volare più in alto. Ma la sfida più grande deve ancora arrivare: non sono solo le hypercar su base Huracán/R8 che costituiscono il business della Italdesign, c'è molto altro. Per esempio, gli oltre 250 "muletti" realizzati ogni anno per permettere ai principali costruttori europei di testare i nuovi modelli in incognito (fuori sembrano auto normali, dentro cambia tutto). Oppure i progetti molto orientati al futuro come Pop-up, l'auto condivisa sviluppata in collaborazione con Airbus che può viaggiare per strada, ma anche agganciarsi a un sistema di volo per la gli spostamenti (a guida autonoma) nell'aria e che al Salone di Ginevra si presenterà con importanti aggiornamenti, sui quali però c'è ancora un comprensibile riserbo.
Visione futura. Meno diesel, ha detto in una battuta scherzosa il ceo Jörg Astalosch, e più intelligenza artificiale nei prossimi 50 anni. È già attiva una piattaforma di auto elettrica a guida autonoma (senza volante né pedali) che sarà la chiave per uno dei progetti top, una vera e propria palestra per gli sviluppatori che sta avendo un successo enorme presso i costruttori perché non tutti sono già così avanti nello sviluppo di questi veicoli, che sono altamente desiderabili anche dalle municipalità che soffrono di problemi d'inquinamento e traffico. Ma c'è interesse anche per le sport utility e le supersportive a zero emissioni, che su questo telaio prenderanno forma. Il muletto ha già fatto tutte le prove di durata e sta attrezzandosi per la guida autonoma con radar e lidar.
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