In città (e in auto), un ingrediente fondamentale: il silenzio
Il sonno dovrebbe essere patrimonio dell'umanità, come minimo. Ma intanto accontentiamoci della sua Giornata mondiale, questa (istituita nel 2008). Perché la verità è che cose così, e ci metto dentro la salute, una bella giornata di sole, i 20 anni, non ti accorgi mai di cosa sono finché non ce li hai più. Sbagliatissimo dare le cose per scontato. Prova a farlo con un bel piatto di pasta negli Stati Uniti. O un caffè come dio comanda in Francia. Chiaro il concetto?
Nel paesello dove sto io, coi suoi bei portici e i balconi fioriti, c'è un cartello che ho sempre odiato. Da quando ho avuto il primo motorino: quello che vieta la circolazione notturna alle due ruote motorizzate. Poi sono cresciuto e ho vissuto di qua e di là. In posti civilissimi dove la gente parla come in biblioteca anche al mercato rionale e in altri dove la civiltà è la stessa, ma bisogna urlarlo a squarciagola ai quattro venti. In quei posti lì ho ripensato spesso al paesello e ho capito che il silenzio, la pace, è il primo ingrediente per fare un bel sonno, che non a caso, si chiama ristoratore. Poi ho anche ripensato a un bellissimo pezzo di Quattroruote, direi degli anni '60, in cui si diceva che l'Italia faceva scappare i turisti dalle zone di vacanza perché troppo chiassose (figurati allora tra scooter e moto rette smarmittate). Studi e scienziati dicono che un buon sonno migliori la qualità di vita, che va bene, chi dorme non piglierà pesci, ma per fortuna neanche cantonate. Insomma, vivrà meglio.
Ecco perché penso che in questa giornata del sonno bisogna prestare l'orecchio anche al silenzio. Che vuol dire sostanzialmente rispetto degli altri. Dallo smettere di zoccolare in giro di notte sulla testa di quello sotto, a pensare che una sgasata di troppo alle tre del mattino non fa partire solo applausi, ma anche gli antifurti. Storia nota: per questo 100 anni fa, all'ingresso dei centri abitati, c'erano i cartelli che ricordavano agli chauffeur (gli autisti del tempo) di inserire il silenziatore, per zittire lo scarico libero. E chi pensa che sia una sparata pro elettrico sbaglia. Perché dimentica la campana della raccolta del vetro che esplode a tradimento quando meno te lo aspetti, o il vicino che si sente un virtuoso trombettista all'alba della domenica, o il bar dell'angolo che punta all'esterno strumenti di distrazione di massa che sarebbero abusivi anche al fronte.
Gli unici che stanno pensando al nostro benessere sono i progettisti delle auto contemporanee. Che le fanno sempre più ovattate, silenziose. E tutti quelli che dicono che sono noiose sbagliano di grosso. C'è dietro un pensiero, una missione: prelevarci isterici davanti all'ufficio e riconsegnarci narcotizzati a casa. Pronti per andare a letto. E buona notte ai suonatori (e anche a quelli della raccolta del vetro).
COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it