Volete approfittare degli incentivi auto? Dovete sbrigarvi. È questo il succo del messaggio che arriva da alcune concessionarie di Milano e dintorni che abbiamo visitato in incognito il 15 ottobre, presunto giorno di apertura delle prenotazioni dei contributi statali, e da alcuni dealer con cui siamo confrontati l’indomani.
Ma è davvero così? C’è davvero il rischio che il 22 ottobre, giorno di apertura delle prenotazioni dei voucher da 9 o da 11 mila euro, i soldi finiscano in poche ore? O che, comunque, si esauriscano nel giro di qualche giorno, a dispetto di chi, lo scorso agosto, quando furono resi noti i dettagli dell’iniziativa, evocò addirittura il rischio flop a causa dei tanti vincoli e paletti posti dal governo?

Se un’auto costa meno di una bici
Sul piatto ci sono quasi 600 milioni di euro, sufficienti, secondo alcuni addetti ai lavori, per acquistare 39 mila tra auto e veicoli commerciali. Prevedere in quanto tempo si esauriranno è impossibile, ma alcune indicazioni possono essere utili per capire che aria stia tirando. Partiamo da un primo dato: sembrano davvero aver fatto breccia nella mente e nel portafogli di molti italiani le due aggressive campagne promozionali della Leapmotor sulla T03 e della Dacia sulla Spring. “Hai pagato di più la bici”, strilla il “claim” della citycar cinese del gruppo Stellantis: “100% elettrica full optional da 4.900 euro con gli incentivi statali”. Che poi vai in concessionaria e i 4.900 euro diventano 5.600 chiavi in mano e 6.050 se la vuoi bianca. Con il venditore che ti avverte che sì, effettivamente “il rischio che i fondi finiscano c’è”, mentre ti spiega che però è possibile fare “una sorta di precontratto vincolato all’incentivo. Se poi non prende il voucher”, ti rassicura, “l'ordine decade automaticamente”.
Bastano 3.900 euro…
“Da 3.900 euro con incentivi statali pari a 11.000 euro e 3.300 euro di vantaggi Dacia su vetture in pronta consegna”, sottolinea invece il brand del gruppo Renault a proposito della Spring Expression Electric 45 CV. E anche qui vai in concessionaria e scopri che in stock attualmente c’è solo la versione da 65 cavalli, che in teoria ha un prezzo di listino superiore di mille euro ma che alla fine ti costa, bianca, con il bonus massimo e pure con un finanziamento obbligatorio, 7.500 euro. Con il venditore che sottolinea: “Da un mese facciamo contratti su cui è scritto 'salvo approvazione dei contributi statali'. Così l'acquirente blocca l’auto, blocca il prezzo e quando viene qui con il voucher perfeziona il contratto. Nel giro di pochi giorni, ha la macchina”. Ma siamo sicuri che il contratto sia vincolato al bonus? “Certo”, risponde il consulente, “esce in automatico la clausola 'salvo ecobonus'. Lei deve solo bloccare la macchina con 500 euro di acconto”. E se non riesco a prendere il voucher? “Viene annullato tutto”. Ma, puntualizza, “consideri che sono rimasti appena una decina di esemplari in tutta Italia, le abbiamo già vendute quasi tutte. La Casa è uscita in pubblicità e i clienti ci hanno invaso. Sento domani mattina una collega se ce n’è ancora qualcuna, ma può essere che domattina ci sia e domani sera no”. Poi chiedi a Dacia e scopri che sì, effettivamente lo stock, anche sul nuovo Model Year da 70 CV - che però costa di più - è in via di esaurimento e che il contratto, anche per il brand Renault è, in realtà, solo un preventivo, senza alcun vincolo reciproco.

Lo spauracchio del click day
In BYD, quando chiediamo informazioni su una Atto 2, un disincantato venditore evoca, in stridente contrasto con la calma olimpica che emana, scenari apocalittici: “Pensi che ieri notte, a Milano, 5 mila persone si sono messe tutte insieme ad aspettare il click day”, atteso per il 15 ottobre. Nientemeno. Dunque, c’è davvero il rischio che i soldi finiscano subito? “Sì, assolutamente”, risponde senza esitazioni. “Anche perché utilizzare il voucher non è obbligatorio. Intanto si prende e si blocca per un mese”… poi si vedrà.
Concessionari prudenti
Fin qui le suggestioni raccolte nel corso di alcune viisite esplorative ma “impegnative”, diciamo così, di quelle che esci dalla concessionaria convinto che o il voucher lo prendi il 22 ottobre alle ore 12 (sempre che il sistema non vada in tilt), o rischi di non prenderlo più. Poi, però, parli con alcuni concessionari medi e grandi di varie parti d’Italia e lo scenario assume contorni decisamente più rassicuranti.
Ok Leapmotor, che secondo qualcuno avrebbe 9 mila preordini nel cassetto, e Dacia; bene pure BYD con la Atto 2 e la Dolphin Surf e Fiat con la Grande Panda e la 500e, dicono i più. Ma sul resto dell’offerta elettrica la clientela resta tiepida a dispetto dei 9 o 11 mila euro di bonus. Così come sui veicoli commerciali, a proposito dei quali più d’uno, addirittura, parla di “domanda inesistente”. Tra i dealer, insomma, il coro è a più voci. E le previsioni sulla durata dei fondi sono le più diverse. C’è chi parla di alcuni giorni, chi di settimane e chi, addirittura, di mesi, “almeno fino alla fine dell’anno. Sì, ci sarà una fiammata nei primi due o tre giorni”, spiega un big del Centro Italia, “poi la domanda rallenterà e si allineerà a quella fisiologica. Non dimentichiamo che c’è il vincolo dell’Isee, della residenza nei comuni individuati dall’Istat e, soprattutto, che nei primi nove mesi in tutta Italia sono state immatricolate, in media, meno di 6.800 elettriche al mese".

Il precedente del 3 giugno 2024
Tutto vero. Però non dimentichiamo che poco più di un anno fa, il 3 giugno 2024, tutti i 201 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato agli acquirenti di auto con emissioni di anidride carbonica fino a 20 g/km, in gran parte elettriche più qualche modello plug-in, furono “bruciati” in appena otto ore dopo l’apertura della piattaforma di prenotazione. Con circa il 27% degli acquirenti privati che approfittò dell’extra-bonus del 25% previsto per chi aveva un Isee inferiore a 30 mila euro…
Anche se, va ricordato, sedici mesi fa potevano accedere al contributo tutti gli italiani, non solo quelli residenti nelle 83 aree urbane funzionali e pure le aziende, da cui poi arrivò il 38,5% delle prenotazioni (stavolta, invece, alle imprese sono riservati gli autocarri; e solo alle microimprese, ossia quelle con meno di dieci dipendenti e un fatturato fino a 2 milioni di euro).
Non solo. Un anno fa la rottamazione non era obbligatoria (ma uno su due tra gli acquirenti con Isee consegnò in concessionaria una macchina da demolire). Insomma, oggi le maglie sono molto più strette e i fondi molto superiori, quasi tre volte quelli di un anno fa. Di seguito, il confronto tra gli incentivi di giugno 2024 e quelli di ottobre 2025:
Condizioni | Giugno 2024 | Ottobre 2025 | ||
---|---|---|---|---|
0–20 g/km CO2 | Elettriche | |||
Persone fisiche e giuridiche |
Persone fisiche con Isee <€ 30.000 |
Persone fisiche residenti nelle Fua con Isee fino a € 30.000 |
Persone fisiche residenti nella Fua con Isee da € 30.000 a € 40.000 |
|
Senza rottamazione | € 6.000 | € 7.500 | € 0 | € 0 |
Rottamazione Euro 5 | € 0 | € 0 | € 11.000 | € 9.000 |
Rottamazione Euro 4 | € 9.000 | € 11.250 | € 11.000 | € 9.000 |
Rottamazione Euro 3 | € 10.000 | € 12.500 | € 11.000 | € 9.000 |
Rottamazione euro 0, 1, 2 | € 11.000 | € 13.750 | € 11.000 | € 9.000 |
Prezzo massimo di listino Iva esclusa | € 35.000 | € 35.000 | ||
Fondi stanziati dallo Stato | 201 milioni | 597 milioni |
L’offerta è più ampia, anche sotto i 25 mila euro
Infine, un ultimo dato: un anno fa i modelli più abbordabili, quelli con almeno una versione al di sotto dei 25 mila euro chiavi in mano incentivi esclusi, erano appena cinque (Dacia Spring, EMC Yudo, Renault Twingo, Citroën e-C3 e Dr1, per un totale di appena nove versioni), mentre oggi sono 11 (Dacia Spring, Leapmotor T03, Dr1, BYD Dolphin Surf, Fiat Grande Panda, Dongfeng Box, Fiat 500e, Emc Yudo, Citroen e-C3, Renault 5 E-Tech Electric e Hyundai Inster, per un totale di 17 versioni). Inoltre, un anno fa rientravano nel perimetro degli “incentivi 0-20 g/km” appena, si fa per dire, 61 modelli (di cui cinque Phev) declinati in 190 versioni (di cui 11 Phev), mentre oggi i modelli, tutti elettrici, sono 93, declinati in 288 versioni.
Incentivi sì, ma con giudizio
Insomma, il precedente del 3 giugno 2024 non è sovrapponibile alla situazione, anche di contesto, attuale e va maneggiato con molta cautela. E dunque, in assenza di indicazioni sul numero di contratti pronti per essere validati con il voucher, sui quali negli headquarter delle Case vige il più stretto riserbo, come si dice in queste situazioni, è impossibile prevedere cosa accadrà il 22 ottobre.
Un consiglio, però, ci sentiamo di dare: se si hanno i requisiti per prendere il bonus e si è realmente interessati a un’auto elettrica l’occasione potrebbe essere davvero irripetibile. L’importante è essere consapevoli dell’acquisto che si sta facendo, valutare con lucidità e onestà la compatibilità di una Bev con le proprie effettive e ragionevolmente prevedibili esigenze di mobilità senza trascurare i costi della ricarica. In definitiva, incentivi sì, ma con giudizio.
COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it