Il nuovo Opel Vivaro dimostra che basta un motore di 1,6 litri per un furgone da 2,9 ton. Il suo biturbo non teme infatti il confronto coi 2 litri.
L’Opel Vivaro è stato profondamente rinnovato e (come il gemello Renault Trafic) ha solo motori a 4 cilindri turbodiesel commonrail di 1,6 litri, con sovralimentazione singola da 90 o 115 CV oppure biturbo da 120 o 140 CV. Nei furgoni medi nessuno usa propulsori così piccoli su una scala talmente ampia di potenze. La curiosità, mettendosi al volante, è tutta per loro. Partiamo con un furgone a passo corto e tetto normale da 2,9 tonnellate di peso totale col 1.6 biturbo da 140 CV. Che sorprende subito per la sostanza ai bassi regimi e una progressione interrotta solo da piccole incertezze fra prima e seconda marcia; almeno se si vuole adottare una guida economica e cambiare un filo sotto i 2000 giri/min, che poi è ciò che consiglia la spia del Gear shift indicator. In sesta il nuovo motore è meno pronto, ma nella media dei propulsori di pari potenza. E quando serve, come abbiamo sperimentato sulle autostrade tedesche, ci si trova senza incertezze sopra i 160 km/h. Il cambio è ben manovrabile, la spaziatura è quella tipica dei modelli di ultima generazione, fatti per risparmiare carburante, mentre lo sterzo è leggermente impreciso al centro e a velocità medio alte su rettilineo richiede qualche correzione di traiettoria. Un comportamento confermato dalla versione con turbo singolo e 115 CV.
Doppia turbina, oppure singola
Con carico parziale questo Vivaro CDTI non sfigura. Si lavora un po’ di più col cambio, ma niente a che vedere con certi 2 litri di qualche anno fa, e l’insonorizzazione è sempre valida. Anche la risposta delle sospensioni è ottima. L’abbassamento del punto H, quindi del piano di seduta, non ci entusiasma. Sembrava già perfetta la postura sulla serie precedente, ma dev’essere stata considerata troppo vicina a quella dei furgoni grandi, come confermano le scelte fatte da altri costruttori. La posizione di guida simile alle auto è una bella cosa, ma la percezione degli ingombri nel traffico secondo noi resta prioritaria; tanto più che il nuovo Vivaro ha il muso più alto e allungato di una decina di centimetri, la plancia più massiccia e, al pari del vecchio, sconta un passo accentuato, che si riflette sull’agilità in manovra e che fa desiderare di avere una percezione precisa del perimetro del veicolo. Le possibilità di regolazione del volante (in altezza e profondità) e del sedile (altezza, lungitudinale e ovviamente dell’ inclinazione dello schienale) sono comunque ampie.
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