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Gruppo FCA
La conferenza stampa finale di Marchionne - LIVE

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Alla fine della lunga giornata di presentazioni a Balocco, il ceo del gruppo FCA Sergio Marchionne e il presidente John Elkann hanno risposto alle domande dei giornalisti, di cui vi proponiamo qui sotto la diretta.

Piattaforme. "Le architetture determineranno le scelte di produzione: posto che Maserati utilizzerà una architettura Giorgio, la scelta arriverà di conseguenza. Stesso discorso, potenzialmente per la grande Suv dell'Alfa Romeo". Queste sono le uniche indicazioni che Sergio Marchionne ha fornito sul futuro degli stabilimenti europei: "Non darò oggi indicazioni su quali impianti produrranno i futuri modelli: di sicuro c'è la possibilità che la Panda resti a Pomigliano, perché verrà affiancata da un modello di valore superiore. E altrettanto certamente non chiuderemo stabilimenti né manderemo a casa nessuno".

Vendere asset non è un obiettivo."Il piano delinea una strada molto invitante da oggi al 2022: se raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo posti, FCA diventerà il costruttore nella posizione più invidiabile al mondo", ha risposto a una domanda su una possibile cessione. Una posizione chiarita ulteriormente da John Elkann: "L'azienda esiste da oltre cento anni e siamo stati sempre aperti all'idea di fusioni e acquisizioni, che ci ha portati alla creazione di FCA. Questo non significa che venderemo asset: non è un nostro obiettivo. La mia famiglia negli ultimi 15 anni non ha fatto altro che consolidare l'azienda, ed è questo che ci interessa. Devo dire che non ho mai visto un futuro più brillante per il gruppo".

Il ruolo dell'Italia. "Come esponente di Exor", ha aggiunto Elkann "non penso di trovarmi nella posizione di vendere. Se fosse stata questa la nostra intenzione, avremmo sfruttato una delle numerose proposte interessanti ricevute nel corso degli ultimi 15 anni", ha concluso. "La componente italiana di FCA non è mai stata forte come oggi", ha aggiunto, "rispondendo a una domanda sul ruolo degli impianti torinesi e italiani nello sviluppo delle tecnologie future del gruppo.

Capitolo alleanze. "Abbiamo parlato con BMW per lo sviluppo congiunto della guida autonoma, e per il momento non abbiamo altri fronti di trattativa aperti, ha precisato Marchionne in merito". Importanti anche i chiarimenti ulteriori sulla futura articolazione della gamma Fiat: "La Tipo non è pensata soltanto per l'Europa, anzi: è una macchina per la Turchia. La tecnologia necessaria per rendere quest'auto adatta alle future norme europee renderebbe il suo costo proibitivo in futuro. Per quanto riguarda la Panda, il suo destino in termini di impianto produttivo verrà chiarito nei prossimi mesi. Non possiamo fare prognosi oggi: è in discussione. Globalmente, non vediamo una riduzione delle operazioni manifatturiere europee e italiane".

Erede solo nel 2019. La curiosità sul nome dell'erede di Marchionne resta ancora forte: "La successione ha ossessionato tutti, ma noi siamo stati molto chiari sul tema. Avverrà nel 2019: ci stiamo lavorando da molti anni anche con Sergio, abbiamo dei candidati molto forti, ma semplicemente non è il momento".

I nuovi modelli. Numerose le domande sul conto dei modelli che non sono comparsi nelle presentazioni dei piani: "Abbiamo un impegno con Mazda per continuare la produzione della 124 Spider. Per quanto riguarda la sostituzione di Dodge Charger e Challenger, sono convinto che non saremo costretti a usare la piattaforma Giorgio: possiamo continuare con la piattaforma attuale, che del resto abbiamo usato anche per la Maserati Levante. Siamo al lavoro su questi due modelli, ma l'architettura Giorgio rispecchia molto di più le esigenze europee, non quelle americane. Marchionne ha parlato anche del nuovo pick-up medio Ram: "Sarà destinato soprattutto ai mercati non-Usa". Se l'architettura Giorgio non si è rivelata particolarmente adatta per il futuro di Dodge, questo non significa che non avrà un futuro americano: "La nuova Grand Cherokee nascerà proprio su quella piattaforma".

Le Alfa in uscita. E per quanto riguarda le assenti dell'Alfa? "La 4C uscirà di scena perché sarebbe impossibile riomologarla. La grande berlina, inoltre, è stata di fatto rimpiazzata dalla grande Suv. Il segmento E è una parte di mercato che fa molta fatica anche in America. Credo che la Giulia sia stata una grande dimostrazione delle potenzialità tecniche del gruppo, ma anche il suo è un segmento che sta andando incontro a una forte contrazione.

Ancora sui dazi. "L'ascesa dei nazionalismi è un rischio, ma equilibrare importazioni ed esportazioni è un'esigenza comprensibile: il valore di quello che abbiamo fatto nell'internazionalizzare la Jeep diminuirà l'impatto di questa tendenza, per quanto non potrà eliminarla del tutto. Se questo, tuttavia, diventerà un elemento permanente del commercio internazionale dovremo ripensare molte cose. Non cambierà la nostra redditività, ma ci rallenterà sicuramente".

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