"I quattro marchi di cui abbiamo parlato questa mattina sono i nostri brand globali. Lo spazio per Fiat in Europa sarà ridefinito in un'area più esclusiva del mercato. L'avevo già detto in altre occasioni, e in questo piano abbiamo provato a individuare le aree in cui Fiat può fare meglio. Parlare di volumi significativi per Fiat In Nafta e Apac è una perdita di tempo: non significa che Fiat sparirà, ma ci siamo concentrati sui quattro marchi globali". "La situazione di Chrysler è diversa: rimarrà significativa negli Usa e gli investimenti sulla Pacifica ci hanno spostati su quel segmento di mercato. Ma non aspettatevi che Chrysler diventi un marchio globale". Sergio Marchionne ha aperto così la sessione di domande e risposte: sgombrando il campo da equivoci sui due marchi che più sembravano in sospeso dopo le presentazioni mattutine che hanno avuto come oggetto Jeep, Ram, Alfa Romeo e Maserati.
C'è anche una seconda ragione, non banalmente geografica, per cui il gruppo si concentrerà su questi quattro marchi. "In un contesto di mercato del tipo white box, vale a dire in cui lo scenario si dovesse capovolgere completamente in favore di forme di possesso e di utilizzo radicalmente nuove, sono i più facili da proteggere. I marchi generalisti faranno fatica a competere in un contesto del genere. E io credo che i nostri competitor americani avranno molto da fare per evitare questo rischio".
Gli errori del passato su Alfa. Ampio lo spazio dedicato alle considerazioni sul piano Alfa del periodo precedente, il 2014-2018. "In passato abbiamo commesso due errori su Alfa: abbiamo accumulato ritardi e costi aggiuntivi che hanno rallentato lo sviluppo. Il secondo problema che abbiamo sottostimato è stata la reazione del mercato premium, più difficile da penetrare del previsto. Oggi siamo molto più consapevoli delle difficoltà e forse se tornassi indietro non rifarei quello che ho fatto allo stesso modo. Forse saremmo più cauti nella valutazione di tutta una serie di elementi nell'industrializzazione delle soluzioni tecniche. C'è voluto più tempo, ma credo che con il piano di Kuniskis ce la faremo a raggiungere gli obiettivi. Alfa Romeo non raggiungerà nemmeno nel 2022 i profitti di Jeep, ma negli ultimi anni abbiamo imparato molto con i lanci di Giulia e Stelvio".
Capitolo spin-off. Per quanto riguarda un eventuale spin off di Alfa e Maserati, "una decisione non arriverà prima della fine del piano. Il business è quello che è e siamo concentrati sulla realizzazione del piano. Sono due parti fondamentali del portfolio FCA. Quella di Magneti Marelli è una questione diversa", ha affermato Marchionne, che punta a chiudere lo spin-off entro fine anno. "Non so cosa succederebbe se arrivasse qualcuno con il portafoglio aperto in questo momento", ha comunque puntualizzato Marchionne. L'Alfa Romeo, in ogni caso, non produrrà in Cina, come del resto la Maserati: "I modelli dedicati a quel mercato proverranno tutti dall'Europa".
L'impatto dei dazi Usa. Inevitabile affrontare il tema dei nuovi dazi annunciati dall'amministrazione Trump nei confronti di Messico, Canada ed Europa: "Credo che dobbiamo aspettare che il rumore cessi. Ci sono molte voci forti in questo momento, ma non so quanto dureranno. Le tariffe su alluminio e acciaio ha un impatto minimo su FCA, per quanto si debba valutare se questo finirà per diventare una guerra tariffaria anche sui prodotti e non semplicemente sulle materie prime. Ho avuto un incontro alla Casa Bianca in merito, e sicuramente gli Stati Uniti sono insoddisfatti sulla disparità di trattamento tra i veicoli importati ed esportati. Bisogna vedere se si potranno trovare delle soluzioni eque, ma non darei troppo peso a certe dichiarazioni arroganti fatte a livello politico. Dall'altra parte dell'Atlantico le cose si sistemeranno: non penso che andiamo incontro a una guerra tariffaria".
Successione ancora nel buio. Bocche cucite, invece, sulla successione al vertice del gruppo: "Io e John di tanto in tanto parliamo di questo tema. La questione riguarda il 2019: non si affronterà prima, è solo una speculazione e una fonte di distrazione. Il board prenderà la decisione giusta, è un tema importante e se ne sta occupando. Credo ci sia bisogno di costruire sulle fondamenta che abbiamo stabilito: tutti in FCA prendiamo il tema molto sul serio".
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