Con il 31 dicembre 2021 si chiude una pagina della fiscalità italiana rivelatasi inutile, anzi dannosa: non è stata, infatti, prevista alcuna proroga per la cosiddetta ecotassa, ovvero il balzello introdotto dal primo governo Conte sulle auto con emissioni di CO2 superiori a 160 g/km (soglia portata a 190 g/km a partire dall’introduzione della più restrittiva norma Wltp).
Effetto boomerang. Il provvedimento ha fruttato un gettito decisamente inferiore a quello previsto e ha finito per ridimensionare la vendita di auto che, invece, avrebbero generato entrate fiscali superiori in termini di Iva, Ipt e tassa di possesso. Secondo i dati forniti dal ministero dell’Economia, analizzati per esteso sul numero di gennaio di Quattroruote, nel triennio compreso tra il 2019 e i primi 10 mesi del 2021 l’imposta ha generato entrate per 122,8 milioni di euro, contro i 210 milioni preventivati dalla Ragioneria dello Stato. Un classico esempio di autogol fiscale, ideato "per punire i benestanti" e rivelatosi, invece, un danno per la collettività. C’è da sperare ora che la lezione sia servita, affinché non si ricorra ancora a provvedimenti di tale miopia.
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