È di pochi giorni fa la decisione della Volkswagen di tagliare temporaneamente la produzione di alcuni modelli elettrici in due stabilimenti tedeschi per colpa di un generico calo della domanda di auto a batteria. Ora, i freddi numeri confermano le motivazioni citate dal costruttore di Wolfsburg: a settembre, secondo i dati dell'autorità federale dei trasporti Kba (Kraftfahrt-Bundesamt), la Germania ha infatti assistito a un crollo delle immatricolazioni di Bev, nonostante il mercato generale si sia rivelato sostanzialmente stabile. In particolare, lo scorso mese sono state targate 224.502 vetture (-0,1% in un anno), ma di auto batteria ne sono state registrate solo 31.714, con un calo del 28,6% su settembre 2022 e, soprattutto, del 63% su agosto, quando si è parlato di un boom di immatricolazioni senza considerare un fattore rilevante nel sostenere la domanda di auto a batteria. L'effetto... aziendale.
Quanto pesano gli incentivi. Durante i mesi estivi, le aziende hanno acquistato a man bassa auto elettriche per anticipare la scadenza degli incentivi a loro destinati: il 75% delle Bev immatricolate in agosto ha riguardato il canale dei clienti commerciali. Tuttavia, l'1 settembre è scattato lo stop alle agevolazioni proprio per le aziende e la contestuale limitazione della platea dei beneficiari ai soli privati: e questo spiega, più di ogni altra cosa, come al momento la domanda di elettriche in Germania sia legata per lo più agli acquisti di società o di flotte e dipenda ancora fortemente dai bonus, a dispetto di quanto affermato dal governo. L'anno scorso, la rimodulazione delle agevolazioni, tra riduzione degli importi ed esclusione delle ibride plug-in e delle aziende, è stata motivata dal ministro dell'Economia, Robert Habeck, con la constatazione che "la mobilità elettrica è ormai passata al mercato di massa". Ma è davvero così? E chissà cosa accadrà in futuro, considerato che Habeck, importante esponente del partito dei Verdi, ha annunciato un prossimo addio ai "sussidi governativi" tout court. E proprio perché le auto elettriche starebbero "diventando sempre più popolari".
Previsioni negative. Ovviamente, saranno i prossimi mesi a fornire maggiori indicazioni sull'andamento della domanda e a confermare un eventuale proseguimento del trend negativo, ma intanto le affermazioni di Habeck non pare trovino conferma nelle fermate produttive, o negli allarmi dei sindacalisti e dei politici locali sulla situazione delle fabbriche tedesche convertite all'elettrico (come Emden o Zwickau). Secondo la società di consulenza EY, nelle prossime settimane si assisterà a un ulteriore calo della domanda: solo verso la fine dell'anno potrebbe esserci un ritorno alla crescita, sostenuta da chi, anche privatamente, cercherà di anticipare la nuova riduzione degli incentivi: dall'1 gennaio gli incentivi caleranno infatti a 3.000 euro e riguarderanno solo veicoli con prezzi di listino al di sotto dei 45 mila. In sintesi, grazie alla spinta delle aziende dei primi otto mesi, il 2023 si dovrebbe chiudere con circa 570 mila immatricolazioni, 100 mila in più rispetto al 2022, ma per il 2024 le previsioni parlano di contrazione. Per il momento, spiegano gli esperti di EY, le vendite di auto elettriche "non possono reggersi con le proprie gambe": servono nuove agevolazioni e prezzi più bassi.
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