Non ci sono solo i segnali negativi sulla domanda di auto elettriche che arrivano dalle Case automobilistiche: nell'ambito del noleggio, si registra anche la frenata della Hertz, decisa a rallentare i piani a batteria per il proprio parco auto. I motivi? Più che la domanda della clientela, i problemi sarebbero imputabili alla "guerra dei prezzi" scatenata dalla Tesla, che sta deprezzando l'usato, e ai costi di manutenzione, più alti del previsto. La doccia fredda arriva dallo stesso ceo della Hertz, Stephen Scherr: "L’ampliamento della flotta con veicoli elettrici procederà più lentamente rispetto alle previsioni", ha spiegato il top manager. In altri termini, nei prossimi mesi e anni la società di noleggio comprerà meno auto elettriche (e sempre meno Tesla).
Da 100 mila a... un terzo. A fine 2021 Hertz aveva annunciato in pompa magna l’ampliamento della propria flotta elettrica, con tanto di spot pubblicitario con il campione dell’NFL Tom Brady, anticipando un ordine di 100 mila Tesla entro la fine del 2022. Un annuncio che aveva contributo a far volare la capitalizzazione della Casa di Elon Musk. Attualmente, ha raccontato Scherr agli azionisti, il numero di auto elettriche disponibili per i clienti Hertz è di circa 50 mila unità, pari all’11% della flotta complessiva. Di queste, l’80% sono Tesla. Ciò significa che le vetture della Casa di Musk nella flotta Hertz sono circa 35 mila, un terzo rispetto a quanto promesso due anni fa.
L’usato vale meno. Come detto, la decisione di Hertz di comprare meno auto elettriche si deve a due problemi: il primo è legato ai continui tagli al listino operati da Tesla in questi mesi (anche in Italia), una mossa che ha fatto calare in maniera imprevista il valore dell’usato, anche per le società di noleggio. A proposito, Scherr stima che il valore di rivendita delle auto elettriche del parco di Hertz si sia ridotto di circa un terzo: una "maggiore perdita e, di conseguenza, maggiori oneri" per auto che vengono rivendute dopo tre o quattro anni di noleggi.

Costa di più ripararle. La seconda considerazione che ha portato Hertz a frenare sulle auto a batteria sono i costi di manutenzione e riparazione delle elettriche, che sono lievitati rispetto alle previsioni iniziali: "Su base unitaria abbiamo ottenuto guadagni di produttività nella maggior parte delle categorie di auto. Fanno eccezione le spese per i danni dei veicoli, in particolare quelli elettrici", spiega Scherr. Hertz noleggia metà delle sue Ev a Uber, i cui autisti le sfruttano in maniera molto intensiva. Un utilizzo che porta a danneggiamenti e interventi frequenti, più di quanto avesse preventivato l'azienda.
L’impatto sul mercato. Nel giorno delle dichiarazioni di Scherr agli azionisti, le azioni della Hertz hanno chiuso con una perdita di circa il 10%, trascinandosi dietro anche la Tesla (-3%). "Il nostro obiettivo rimane lavorare con la Casa alla qualità delle sue auto, così da ridurre i rischi di malfunzionamenti e danni. Ma General Motors e altri costruttori hanno decenni di esperienza nella costruzione di un'ampia ed efficiente rete di fornitori, un settore che nel caso di Tesla è ovviamente meno maturo", aggiunge Scherr. Elementi che porteranno la Hertz, nei prossimi anni, a "diversificare maggiormente" la parte elettrica della sua flotta. Detta in altro modo, a comprare più Ev da altri produttori, e meno dalla Tesla.
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