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Industria e Finanza

Stati Uniti
I dazi contro la Cina già in vigore

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Da mesi, Donald Trump agita lo spettro dei dazi nei confronti dei partner europei, dei Paesi limitrofi e, ovviamente, della Cina. Proprio quest'ultima è finita più volte nel mirino di Washington, acuendo le tensioni commerciali e peggiorando progressivamente i rapporti politici. Ancor prima dell'elezione di Trump, però, l'amministrazione Biden ha colpito Pechino con una stretta doganale su alcuni importanti produzioni: entrati ufficialmente in vigore lo scorso 16 settembre, i dazi avevano l’obiettivo esplicito di proteggere l’industria statunitense e accelerare la transizione verde. Tra i settori più colpiti c’è quello automotive, con misure che ridisegnano la competizione globale sui veicoli elettrici (EV) e le tecnologie correlate. Ecco, in punti, cosa prevedono le attuali tariffe e le loro implicazioni.

1. Veicoli elettrici (Bev): dal 25% al 100%. Il provvedimento più eclatante riguarda le elettriche made in China: i dazi sono saliti dal 25% al 100%, rendendo di fatto improponibile l’ingresso di modelli a basso costo come quelli di BYD o SAIC sul mercato USA.  

2. Batterie e minerali critici.
- Batterie agli ioni di litio: dal 7,5% al 25% (2024).
- Componenti per batterie (es. catodi): nuova tassa del 25% (2024).
- Minerali critici (litio, nichel, cobalto): dazio del 25% (2025).
Obiettivo: incentivare l’estrazione e la lavorazione domestica, riducendo la dipendenza dalla Cina, oggi dominante nel settore (80% della produzione globale di batterie).

3. Settori collegati: chip, acciaio e pannelli solari.
- Semiconduttori: dal 25% al 50% (2024).
- Celle solari: dal 25% al 50% (2024).
- Acciaio e alluminio: dal 7,5% al 25% (2024).

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