La Nissan ha diffuso un nuovo allarme sugli utili (profit warning): la Casa di Yokohama ha deciso di procedere con una "revisione significativa delle sue prospettive finanziarie" per l'esercizio fiscale al 31 marzo 2025 a causa degli oneri legati al piano di ristrutturazione e di altri fattori negativi e ora prevede di chiudere il conto economico con una perdita netta tra 700 e 750 miliardi di yen (4,32-4,62 miliardi di euro al cambio attuale) e non più con il rosso di 80 miliardi (490 milioni di euro) indicato a febbraio in occasione della pubblicazione dei conti del terzo trimestre.
Un taglio generalizzato. Il peggioramento delle prospettive, riviste al ribasso più volte negli ultimi mesi, riguarda anche altri importanti parametri operativi. La Nissan, che ha abbassato da 3,65 milioni a 3,35 milioni le previsioni sui volumi, stima un utile operativo di 85 miliardi di yen, 35 miliardi in meno rispetto ai 120 miliardi della precedente stima. Solo il target dei ricavi è stato modificato in meglio: infatti, il fatturato è previsto a 12.600 miliardi di yen, a fronte dei 12.500 miliardi precedenti. La Casa giapponese ha attribuito la revisione a diversi fattori: dai "cambiamenti nell'ambiente competitivo" al deterioramento delle "prestazioni di vendita", dai "costi relativi al piano di turnaround in corso" ad altre ragioni.
Stop ai dividendi. Per esempio, un'analisi approfondita delle attività produttive ha portato alla necessità di contabilizzare svalutazioni "superiori ai 500 miliardi di yen in Nord America, America Latina, Europa e Giappone". Inoltre, il piano di ristutturazione comporterà costi per oltre 60 miliardi di yen. La Nissan ha comunque voluto sgombrare il campo da eventuali illazioni sul suo stato di salute: la Casa ritiene di avere una "solida posizione di cassa" malgrado le ingenti perdite previste e deflussi per circa 250 miliardi di yen: l'esercizio dovrebbe chiudersi per le attività auto con una liquidità netta di 1.498 miliardi. Inoltre, la società può contare su 3.400 miliardi di liquidità disponibile, di cui 2.200 miliardi di cassa e mezzi equivalenti e 1.200 miliardi di prestiti alle sue finanziarie captive, e prevede di chiudere l'anno con 1.900 miliardi di debiti nelle attività automobilistiche. "Nonostante le difficoltà, disponiamo di ingenti risorse finanziarie, di una solida pipeline di prodotti e della determinazione di risollevarci", ha detto il neo amministratore delegato Ivan Espinosa, sottolineando l'approccio prudenziale assunto dalla sua società nel decidere di rivedere le prospettive annuali. In ogni caso, le stime sulle perdite e i fussi di cassa negativi hanno spinto il consiglio di amministrazione a bloccare la distribuzione dei dividendi.
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