Battuta d’arresto per il Cybercab. La Tesla, già in difficoltà a causa dei dazi rispetto al progetto originale, potrebbe dover ritardare il debutto dell'inedito robotaxi a causa di un' inchiesta lanciata dall'ente federale americano Nhtsa sui sistemi di guida autonoma.
I dubbi sul Cybercab. L'ente federale per la sicurezza stradale ha fatto domande specifiche alla Casa californiana, spaziando dalla gestione e dalla tipologia dei sensori al numero di esemplari che saranno effettivamente messi a disposizione del clienti al momento del lancio. L'indagine però va oltre: riguarda anche le specifiche di omologazione e l'eventuale presenza di operatori fisici remoti in grado di collegarsi al veicolo e comandarlo a distanza in caso di problemi tecnici.
FSD evoluto. Il Cybercab offre due posti in una carrozzeria da coupé ed è totalmente privo di comandi fisici per la guida. Un'evoluzione del sistema FSD (Full Self-Driving, in fase di test anche sulle vetture di serie) fa affidamento principalmente sulle telecamere per analizzare l'ambiente circostante (e non sui Lidar scelti dalla concorrenza) e gestire tutte le condizioni di traffico senza un guidatore a bordo. Il Cybercab è al centro di indiscrezioni contrastanti: dopo anni di ritardi, Musk ha promesso un primo lotto di vetture a giugno, destinati al servizio di ride-hailing a Austin, in Texas. Tuttavia, numerose fonti confermano che la flotta non è stata ancora testata su strada ma soltanto a livello virtuale.
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