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Industria e Finanza

Tesla
Elon Musk lascia la Casa Bianca

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Elon Musk ha deciso di tornare alla sua vita di imprenditore, dedicandosi a tempo pieno Tesla e a tutte le sue altre aziende: il miliardario ha comunicato la decisione di lasciare l'amministrazione Trump e il suo ruolo al Dipartimento per l'Efficienza Governativa (Doge) sul suo social, X. 

Contrasto insanabile. L'addio alla Casa Bianca è solo l'ultimo capitolo di un periodo decisamente controverso per il numero uno della Tesla: nel suo incarico al Doge, Musk ha autorizzato decine di migliaia di licenziamenti e la chiusura di importanti agenzie governative, attirandosi valanghe di critiche. Inoltre, è stato accusato di aver abbandonato il timone delle due società e di aver assunto una veste politica che ha prodotto delle conseguenze nefaste sulle performance della Casa automobilistica. A ogni modo, la sua uscita era annunciata: nelle scorse settimane, Musk aveva anticipato l'intenzione di ridurre i suoi impegni alla Casa Bianca, anche se non al punto da uscirne fuori del tutto. Il colpo finale è arrivato negli ultimi giorni, in cui sarebbero emerse frizioni insanabili con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. L'ad di Tesla è stato uno dei grandi sostenitori del tycoon durante la campagna elettorale, garantendo ingenti somme e un appoggio quasi incondizionato. Musk, però, si è trovato spesso in contrasto con buona parte dei membri dell'amministrazione: per esempio, ha sempre manifestato la sua ostilità ai dazi doganali, arrivando a scontrarsi contro uno dei più stretti consiglieri di Trump, Peter Navarro, e chiedendo esplicitamente una retromarcia su politiche protezionistiche estremamente dannose per la Tesla e molte altre aziende americane. 

Delusione. Dopo essere stato uno dei sostenitori più convinti ed entusiasti di Trump, Musk ha accusato la burocrazia di aver ostacolato i suoi sforzi di riduzione del deficit pubblico: l'obiettivo di tagli alle spese federali per 2 milia miliardi di dollari, infatti, è stato progressivamente ridotto prima a mille miliardi e poi a 150 miliardi. "La situazione è molto peggiore di quanto pensassi. Immaginavo che ci fossero dei problemi, ma è sicuramente una battaglia in salita cercare di migliorare le cose a Washington, per non dire altro", ha detto Musk in un'intervista, che ha anche annunciato una riduzione dei finanziamenti ai partiti. Critiche anche per l'ultima legge di bilancio, proposta e strenuamente difesa da Trump e caratterizzata da una combinazione di tagli alle tasse e maggiori spese pubbliche: mentre il tycoon ha definito il suo disegno di legge "grande e bellissimo", Musk si è detto "deluso" per una "legge di spese massicce" destinata ad aumentare il deficit federale e "a minare il lavoro" del Doge. "Penso che un disegno di legge possa essere grande o potrebbe essere bello. Ma non so se potrebbero essere entrambe le cose", ha argomentato Musk, aprendo così un fronte caldo con Trump che spiega, più di ogni altra cosa, la sua delusione e, di conseguenza, il suo addio alla Casa Bianca. 

  

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