Nonostante la notizia della sospensione del CEO Dany Bahar, la DRB-Hicom ha confermato l'intenzione di non voler cedere il marchio Lotus, del quale è ora in possesso dopo l'acquisizione della malese Proton. La sospensione di Bahar, dovuta a verifiche sul suo conto (secondo quanto comunicato in via ufficiale), era stata interpretata da più parti come un chiaro segnale di sfiducia nei confronti del futuro del costruttore britannico, in perdita dal 1996 ed impegnato in un costoso e complesso rinnovamento dei propri prodotti e della propria immagine.
La Proton conferma. La stessa Proton ha diffuso un comunicato ufficiale nel quale ha confermato l'atteggiamento di DRB-Hicom, che vede il marchio inglese come un importante asset per l'immagine del gruppo malese e come partner tecnico per lo sviluppo di progetti futuri. Niente è chiaro, però, in merito ai piani originali di Bahar, che prevede di quadruplicare la produzione, portandola ad 8.000 vetture l'anno e lottando con i più grandi costruttori di supercar del pianeta: tutta la strategia è sotto revisione per capire se realmente gli investimenti previsti possano portare ai risultati sperati. Se anche non fosse prevista la cessione (la cinese Saic ha smentito contatti in merito), è possibile però che sia operato un cambiamento nel management e nei progetti originali, che prevedono, come primo vero grande passo, il lancio nel 2013 della nuova Esprit con un inedito V8 4.8 aspirato ibrido progettato interamente dalla Lotus. L. Cor.
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